Il buonismo rischioso

Il buonismo rischioso

Pensaci Su…
2018-10-18 09:31:18

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino ” Tracce di moralita’ ”

Il buonismo rischioso 

Ragazzi e
ragazze vi devo intrattenere anche sul buonismo. Sappiate che la dedizione al
prossimo è un’ottima virtù, ma in molti casi è un espediente che il buonista
adopera per nasconde il suo egoismo. Nessuno di noi trova difficile amare un
prossimo che considera inferiore. Forse a qualcuno questa affermazione suonerà
maliziosa o antipatica, ma è vera. Non ci hanno forse insegnato che l’altruismo
è una di quelle virtù meravigliose che occorre coltivare sempre e quanto sia
bello aiutare gli altri senza secondi fini? E ancora, i credenti non hanno
forse ascoltato la parola di Gesù, che consiglia di non far sapere alla mano
sinistra quello che fa la destra?
 

I trombettieri del bene 

I trombettieri
del bene ci sono, ovunque!  Spesso ci
chiediamo se sia possibile l’altruismo tenendo lontano il personaggio dal
palcoscenico? Qualche dubbio in noi permane, nonostante ci sia stato suggerito
di fare il bene senza vantarci o ritenerci meritevoli. La smania di far sapere
agli altri il bene che facciamo sembra che non conosca freno, limite. Persino
le lapidi marmoree ricordano i nomi dei benefattori. A chi?  Voi giovani siete meno esibizionisti di noi
adulti: non imitateci però!
 

Violenza morale 

Il grande
psicoanalista Erich Fromm coglie, in
chi ostenta il bene fatto o da fare, una violenza morale su di sé. Ecco cosa
scrive in proposito: “Un principio che proclami l’amore per il prossimo, ma
che stigmatizzi come tabù l’amore per se stessi, mi bandisce dal genere umano.
L’esperienza, infatti, più profonda di cui è capace un uomo è proprio
l’esperienza di se stesso in quanto essere umano”.
  Osho,
il famoso pensatore indiano, sottolinea: “La cosa fondamentale è amare se
stessi in modo totale. In questo modo l’amore traboccherà da te e raggiungerà
gli altri”.
Sostiene un antico detto che “nessuno dà ciò che non ha”. In
altri termini, anche l’amore che riserviamo agli altri deve avere una sorgente
in noi. Chi ama si ama. Sembra un gioco di parole, ma non lo è…
 

Il trucco del possesso 

L’altruismo
diventa spesso un modo di possesso dell’altro. Il buonista dice: “Mi interesso
di te, ti voglio bene”. Non dirà mai: “Ho bisogno di te”. Si presenta
conciliante, adulatore, cela emozioni e intenzioni ben diverse da quelle che
esterna. Nietzsche è molto esplicito
al riguardo, per lui l’altruismo è sovente un modo per “impadronirsi” della
personalità dell’altro. Con il suo stile provocatorio, ma puntuale, afferma: “Nel
nostro amore per il prossimo non vi è forse celato un impulso verso la
proprietà? Ecco che quando vediamo soffrire qualcuno, sfruttiamo
(inconsciamente) l’occasione che ci si offre di prendere possesso di lui”
.
Del resto, non è escluso che le manifestazioni di altruismo coprano in realtà
anche un calcolo strategico.

Il gioco della compassione

Se
l’altruismo scaturisse dalla compassione dell’altro? Un sentimento di
compassione nel rapporto nasconde spesso un senso di superiorità e di
umiliazione. Lo psichiatra e filosofo
Karl
Jaspers
, afferma: “La compassione è degradante per colui che ne è l’oggetto.
Risveglia nel compassionante un senso di superiorità perché questi,
confrontando la sua situazione con quella dell’altro, considererà che essa è
migliore, e perché nell’atto in cui porge soccorso, sentirà la sua potenza”
.
La commiserazione che proviamo verso chi è debole e soffre deve essere pura,
aliena da forme mentali di orgoglio, di superiorità.

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