PARADISO E INFERNO

PARADISO E INFERNO

Pensaci Su…
2017-09-20 08:33:21

“Un sant’uomo chiese a Dio: “Come sono il Paradiso e l’Inferno?

“Un
sant’uomo chiese a Dio: “Come sono il
Paradiso e l’Inferno? Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Aprì
una delle due quella dell’inferno. Al centro della stanza, c’era una
grandissima tavola rotonda imbandita con cibi profumati.  Il sant’ uomo sentì l’acquolina in bocca. Le
persone sedute attorno al tavolo erano magre, affamate. Avevano forchette e
cucchiai dai manici lunghissimi. Per mangiare dovevano impugnare l’estremità
della posata e non ce la facevano. Il sant’uomo tremò alla vista della loro
miseria e delle loro sofferenze. Dio apri poi la seconda porta.
La scena era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda, il
recipiente che gli fece venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola
avevano anch’esse le posate dai lunghi manici. Questa volta, però, le persone
erano ben nutrite, sorridenti. Il sant’uomo disse a Dio: “Non capisco!”.  “E’ semplice, rispose Dio. Qui c’è amore, uno
imbocca l’atro”. (Leggende del Trentino).                                             

Questo racconto è interessante, non c’è
differenza tra Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura: la differenza
sta che quelle posate lunghissime gli abitanti egoisti dell’inferno nonostante
tentassero di usarle non riuscivano a portare il cibo alla bocca, mentre quelli
del Paradiso altruiste s’ imboccavano a vicenda. La fiducia verso gli altri è
sorgente di gesti di altruismo anche lassù. Non si tratterà senz’altro di dover
imboccare gli altri, ma certamente di rallegrare la vita eterna in loro
compagnia.
 
Sono sempre più certo che la fiducia, la comprensione, l’amore porta un piccolo
paradiso in terra, altrimenti c’è l’inferno. Non devo fare il bene per ricevere
riconoscenza, onorabilità, prestigio. Il bene fa bene all’umanità, è un seme
buttato nel solco della storia perché dia frutti buoni. La leggenda potrà
sembrare al lettore buffa in quanto presenta gli abitanti dell’inferno e
paradiso che stanno davanti a “un grandissimo recipiente contenente cibo dal
profumo delizioso”. E’ l’insegnamento che conta e che va compreso.

C’è chi pensa che l’uomo sia
naturalmente egoista, pensi solo a se stesso, spacchi ogni relazione con
l’altro. L’indifferenza verso i più poveri, gli episodi aggressivi, i tanti
rifiuti di accoglienza e di solidarietà verso chi affida la loro vita e futuro
a una zattera condotta da trafficanti di vite umane, tutto ciò potrebbe
convincerci che l’uomo del nostro tempo è rimasto quello “della fionda e della
pietra”. Di fronte a tanta crudeltà, gli stessi gesti solidali vengono
ignorati, poco pubblicizzati.  Ha
commosso tutti quel soccorritore con in braccio un bambino che ha strappato
alle onde dopo che le braccia materne erano venute meno. Scrive un giornalista:
“Il miracolo del cuore di quelle braccia”.

L’amore, l’altruismo, la solidarietà
hanno un ruolo importante nello sviluppo umano. Senza questa attrazione del
cuore non si vive, non si cresce. Qualcuno sostiene l’immagine dell’uomo
aggressivo, “lupus” nei confronti dei propri simili. Questa forzatura
filosofica non trova nella psiche riscontri. La parte profonda della nostra
psiche conserva emozioni positive e negative. L’educazione favorisce le une o
le altre. Non esiste l’uomo cattivo o buono, ma solo una persona da strutturare
interiormente con sentimenti d’appartenenza alla vita, all’altro. L’uomo con
“il cuore di carne e non di sasso”. 

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