I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Amelia Rosselli

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Amelia Rosselli

L’opinione di Don Chino
2017-08-21 08:52:25

Amelia Rosselli nasce il 28 marzo del 1930 a Parigi,

Il ritmo
faticoso della sofferenza

Amelia
Rosselli nasce il 28 marzo del 1930 a Parigi, figlia di Marion Cave,
un’attivista del partito laburista britannico, e di Carlo Rosselli, esule
antifascista (fondatore di Giustizia e Libertà) e teorico del Socialismo Liberale.
Nel 1940, ancora bambina, è costretta a fuggire dalla Francia in seguito
all’assassinio, compiuto dalle cagoulards (le milizie fasciste), del padre e
dello zio Nello, voluto da Benito Mussolini
 e da Galeazzo Ciano.
Il duplice
omicidio la traumatizza e la sconvolge dal punto di vista psicologico: da quel
momento Amelia Rosselli comincia
a soffrire di ossessioni
 persecutorie, convinta di essere
seguita dai servizi segreti con lo scopo di ucciderla. 
Esule con i suoi familiari, si trasferisce in un primo momento in Svizzera, per
poi spostarsi negli Stati Uniti. Si cimenta in studi di carattere musicale,
filosofico e letterario, pur senza regolarità; nel 1946 torna in Italia, ma i
suoi studi non le vengono riconosciuti, e decide quindi di andare in
Inghilterra per completarli. 
Tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta si dedica alla composizione,
all’etnomusicologia e alla teoria musicale, non rinunciando a realizzare alcuni
saggi sul tema. Nel frattempo nel 1948 inizia a lavorare per diverse case
editrici di Firenze in qualità di traduttrice dall’inglese.
In seguito
prende a frequentare, tramite l’amico Rocco Scotellaro, incontrato nel 1950, e Carlo Levi
, gli ambienti letterari romani,
entrando in contatto con gli artisti che genereranno l’avanguardia del Gruppo 63.
Negli anni
Sessanta si iscrive al Partito Comunista Italiano, mentre i suoi testi attirano
l’attenzione, tra gli altri, di Pasolini
 e di Zanzotto. Nel 1963 pubblica ventiquattro
poesie su “Il Menabò“, mentre l’anno successivo dà alle stampe
per Garzanti “Variazioni belliche”, la sua prima raccolta di poesie.
In essa Amalia Rosselli mette in mostra il ritmo faticoso della
sofferenza, senza nascondere la fatica di un’esistenza contrassegnata in
maniera indelebile da un’infanzia di dolore. Nel 1966 inizia a dedicarsi alle recensioni letterarie, pubblicate su
“Paese Sera”, e tre anni più tardi pubblica “Serie
ospedaliera”, un’altra raccolta di versi. Nel frattempo si dedica alla
scrittura di “Appunti sparsi e spersi”. 
Nel 1976 dà alle stampe per Garzanti “Documento (1966-1973)”, per poi
pubblicare con Guanda “Primi scritti 1952-1963”, all’inizio degli
anni Ottanta. Nel 1981 pubblica un lungo poema suddiviso in tredici sezioni,
intitolato “Impromptu”; due anni più tardi esce “Appunti sparsi
e spersi”.
Al 1985
risale “La libellula”, cui fanno seguito due anni più tardi
“Antologia poetica” (per Garzanti) e, nel 1989, “Sonno-Sleep
(1953-1966)”, per Rossi & Spera.
Gli ultimi anni di Amelia Rosselli.Nel 1992 dà alle stampe per Garzanti “Sleep.
Poesie in inglese”. Trascorre gli ultimi anni della sua esistenza a Roma,
in un’abitazione in via del Corallo, non lontano da piazza Navona. 
Colpita da una grave depressione, che va a sovrapporsi a diverse altre
patologie (il morbo di Parkinson 
in
particolare, ma in diverse cliniche all’estero le avevano diagnosticato anche
una schizofrenia paranoide), Amelia Rosselli muore suicida l’11 febbraio del
1996 nella sua casa.

” La realtà è così pesante che la mano si stanca, e nessuna forma la può contenere “. ( Amelia Rosselli )

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