07 Ago I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Edith Stein
L’opinione di Don Chino
2017-07-05 08:30:06
Chi fu questa donna? Una ebrea, una suora carmelitana, una martire del nazismo.
Chi fu questa donna?
Una ebrea, una suora carmelitana, una
martire del nazismo.
Edith Stein nacque a
Breslavia (Polonia) il 12/10/ 1891,
ultima di 11 figli. Il padre,
commerciante in legname, venne a mancare quando Edith non aveva ancora compiuto
il secondo anno d’età. La madre, una donna molto religiosa, solerte e volitiva,
rimasta sola dovette sia accudire la famiglia che condurre la grande
azienda.
Consegui brillantemente
la maturità nel 1911 ed iniziò a studiare germanistica e storia all’Università
di Breslavia, più per conseguire una base di futuro sostentamento che per
passione. Il suo vero interesse era invece la filosofia. S’interessava molto
anche di questioni riguardanti le donne
Nel 1913 la studentessa
Edith Stein si recò a Gottinga per frequentare le lezioni universitarie di
Edmund Husserl, divenne sua discepola e assistente ed anche conseguì con lui la
sua laurea. A quel tempo Edmund Husserl affascinava il pubblico con un nuovo
concetto della verità: il mondo percepito esisteva non solamente in maniera
kantiana della percezione soggettiva. La fenomenologia condusse, senza che lui
ne avesse l’intenzione, non pochi dei suoi studenti e studentesse alla fede
cristiana.
Allo scoppiare della
prima guerra mondiale scrisse: “Ora non ho più una mia propria vita”.
Frequentò un corso d’infermiera e prestò servizio in un ospedale militare
austriaco. Per lei furono tempi duri. Accudì degenti del reparto malati di
tifo, prestò servizio in sala operatoria, vede morire uomini nel fior della
gioventù.
In quel tempo accadde
che osservò come una popolana, con la cesta della spesa, entrò nel Duomo di
Francoforte e si soffermò per una breve preghiera, scrisse: “Ciò fu per me
qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti,
che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una
persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo colloquio”.
Nel 1931 la notte
scende sulla Germania, scrive: “Avevo già sentito prima delle severe
misure contro gli ebrei. Ma ora cominciai improvvisamente a capire che Dio
aveva posto ancora una volta pesantemente la Sua mano sul Suo popolo e che il
destino di questo popolo ebreo era anche il mio destino”.
Nel 1933 l’Arciabate
Walzer di Beuron le permise d’entrare in
un convento delle Carmelitane. Già al tempo in cui si trovava a Spira aveva
fatto il voto di povertà, di castità e d’ubbidienza. Alla
Madre Priora del Monastero delle Carmelitane di Colonia, disse:
“Non l’attività umana ci può aiutare ma solamente la passione di Cristo.
Il mio desiderio è quello di parteciparvi “. Divenne carmelitana con il nome di suor Teresa Benedetta.
Il 2 agosto del 1942
arriva la Gestapo. Edith Stein (suor Teresa Benedetta) si trova nella cappella,
assieme alla altre Sorelle. Nel giro di 5 minuti deve presentarsi, assieme a
sua sorella Rosa. Le ultime parole di Edith Stein alla sorella sono:
“Vieni, andiamo per il nostro popolo “.
Scrisse in quei giorni:
“Che gli esseri umani potessero arrivare ad essere così, non l’ho mai
saputo e che le mie sorelle e i miei fratelli dovessero soffrire così, anche
questo non l’ho veramente saputo … in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la
mia preghiera”.
All’alba del 7 agosto
parte un carico di 987 ebrei in direzione Auschwitz. Fu il giorno 9 agosto nel
quale Suor Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua sorella Rosa ed a molti
altri del suo popolo, morì nelle camere a gas di Auschwitz.
Fu beatificata nel Duomo di Colonia, il 1°
maggio del 1987. Il papa Giovanni Paolo
II disse di lei: “Una figlia d’Israele, che durante le persecuzioni dei
nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore Crocifisso ed al suo
popolo quale ebrea”. Il 1º ottobre
1999 il papa nominò Santa Teresa Benedetta della Croce anche
“compatrona” d’Europa assieme alle sante Caterina da Siena e Brigida
di Svezia.
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