Giovani tra sballo e sballo

Giovani tra sballo e sballo

Pensaci Su…
2017-06-22 08:31:48

Mi faccio spesso una domanda: “Come mai i ragazzi di oggi, di frequente, fanno uso di bevande super alcoliche e droghe?

Mi faccio spesso
una domanda: “Come mai i ragazzi di oggi, di frequente, fanno uso di
bevande super alcoliche e droghe?
Dibattiti televisivi, talk show e anche
semplici discorsi tra amici sono sempre più incentrati su questo tema. Molti
hanno cercato di rispondere a questo facile interrogativo che non ha una
risposta semplice o, almeno, plausibile in grado di gettare le basi per
risolvere anche in parte questo problema. Problema o moda? Abitudine o pura
curiosità di provare?

Il fenomeno
“sballo – sballo”, indicato così dai giovani di oggi, si è diffuso, negli
ultimi venti anni si è esteso a macchia d’olio su tutto il nostro territorio.
Non più grandi metropoli popolate da adolescenti che, per vari motivi, fanno
uso di bevande superalcoliche e droghe, ma addirittura piccoli centri provinciali,
dove l’alcol e le droghe  prendono il
sopravvento proprio sugli adolescenti che molto probabilmente non hanno stimoli,
proposte per crescere e stare bene con se stessi.

Sono in aumento e
giovani e giovanissimi  dipendenti da
alcol, eroina e cocaina. Ed è proprio nei piccoli centri, dove spesso domina la
noia e i ragazzi non hanno più sogni da inseguire, che il fenomeno ha assunto
toni drammatici.  Se nella metropoli
l’adolescente ricorre all’alcol per sentirsi grande, nelle nostre province i
ragazzi bevono quel cocktail in più nel tentativo di sfuggire a un mondo che
non hanno contribuito a costruire ma solo, passivamente, ereditato e che
vorrebbero diverso.

Certo si potrà
obiettare che spesso queste analisi sono un alibi e che si cerca in qualche
modo di trovare una motivazione a un fenomeno che, in ogni caso, non può avere
giustificazione alcuna. E’ innegabile tuttavia che non sempre i giovani sono
capiti e aiutati. Anzi, nella maggior parte dei casi la comunità è pronta a
puntar loro l’indice accusatore senza cercare di scavare a fondo per debellare
la causa di queste devianze.

 Non è tuttavia con le critiche che
s’impediscono le morti ingiuste per droga, alcol; non è  puntando il pollice verso questi ragazzi che
si fermano le stragi sulle strade del sabato sera.  Non dimentichiamo
invece che il fenomeno “sballo – sballo”, sta ad indicare il vuoto interiore di
queste nuove generazioni, il non senso che accentua la rabbia e la noia.

Sono tanti,
troppi, i giovani che, in questo loro tempo dedicato alla “distrazione”, hanno
perso la vita mentre la società, non curante, tace, continua imperterrita per
la sua strada, sempre con lo stesso stile: l’indifferenza. Di sballi non se ne
parla più, di morti per droga e alcol nemmeno. Ai due tossicodipendenti che
hanno ucciso poco tempo fa l’amico per provare l’emozione di un omicidio, è
stata riservata una fuggevole notizia nei media. Accidenti come siamo caduti in
basso!  

Allora cosa
possiamo suggerire?  Bisogna dare una
mano a questi ragazzi, sempre più fragili, aiutandoli a crearsi una loro
precisa identità.  Quali sono le strade
giuste da intraprendere?  Forse è
arrivato il momento di prendere consapevolezza del fatto che ognuno di questi
ragazzi è unico e ha diritto a sperare e a godersi la propria gioventù senza
essere deviati dai “commercianti” del piacere.  Il piacere è venduto e gli acquirenti
preferiti sono i giovani. 

E’ giunto il
momento di parlare loro di gioia, di felicità da conseguire e non di solo
piacere da consumare.  Non solo. Quel Dio “ucciso”  nel cuore e nella mente e nel cuore di molti
ragazzi e giovani perché inutile, dovrà risorgere, almeno come segno di
ricerca, di speranza. Mi piace l’affermazione di un giovane che ho accolto in Comunità:
“Prima ho ucciso Dio, poi mi restava solo di far fuori me stesso”.

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