I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Rosalba Carriera

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Rosalba Carriera

L’opinione di Don Chino
2017-06-14 10:07:34

Rosalba Carriera, pittrice ritrattista e miniaturista italiana, nasce a Venezia il 7 ottobre 1675.

Rosalba Carriera, pittrice ritrattista e miniaturista italiana, nasce a
Venezia il 7 ottobre 1675. Educata in famiglia a coltivare le arti a cui erano
destinate le ragazze di quel tempo, Rosalba e le due sorelle studiò musica,
letteratura, pittura, ricamo e lingue straniere.

Da ragazzina, prima di essere in età per lavorare col padre, impiegato
presso il podestà di Venezia, ebbe per maestro il pittore d’arte sacra e
ritrattista, Giannatonio Vucovichio Lazzari.

Quando ne ebbe l’occasione Rosalba, si dedicò allo studio della pittura,
specialmente nelle miniature e nei ritratti eseguiti a pastello, una tecnica
difficile e ormai abbandonata, e con la sorella Giovanna, decise di non sposarsi
per dedicarsi all’arte.

Verso il 1700, iniziò a dipingere ed a vendere ai turisti, scatoline in
avorio destinate al tabacco da fiuto, usanza molto in voga anche fra le
signore. Diventata presto famosa per la delicatezza delle sue miniature,
cominciò ad eseguire ritratti di personaggi importanti, facendo rinascere
l’arte del pastello che lei sapeva usare con tanta maestria che l’incarnato dei
visi e delle mani destava emozione.

Rosalba  viaggiò molto, accolta
dalle corti di tutta l’Europa, dove dipingeva miniature e ritratti per le
famiglie reali, ottenendo i massimi riconoscimenti. L’abitudine della pittrice
di fare la coppia di tutti i dipinti eseguiti dal 1720, fece in modo che alla
sua morte lasciasse una collezione incredibile di ritratti dei volti più noti
del suo secolo.

La peculiarità della Carriera era quella di saper scrutare il volto di
chi le stesse di fronte, leggerlo in tutti i suoi particolari, capirlo e
riuscire a trasporre con la pittura ciò che lei vedeva, tutto incorniciato da
un profondo realismo come in Ritratto di signora anziana in cui dipinge in modo
evidente il porro della signora, ritratta molto dolcemente.

Le opere che più destano la curiosità sono la serie dei suoi autoritratti,
alcuni dei quali sono conservati a Venezia al museo del settecento a Ca’
Rezzonico, mentre altri fanno parte di altre collezioni, come l’autoritratto
del 1740, della collezione reale di Windsor; altre opere sono esposte alla
Pinacoteca di Dresda «Alte Meister».

Questi autoritratti rivelano uno sviluppo psicologico e morale della
persona, dalla giovinezza e gioia del primo autoritratto del 1709, conservato
agli Uffizi, che rappresenta sé stessa mentre dipinge la sorella, fino a
giungere all’ultimo del 1746, quello della “tragedia”, dove si
rappresenta con un volto molto invecchiato e impassibile, triste e duro
(inoltre indossa una corona di alloro) ad indicare lo stato d’animo
dell’artista che si ritrasse proprio dopo che volle sottoporsi a un’operazione
alla cornea, con esiti negativi e complicazioni ulteriori che aggravarono la
sua cecità fino a farla divenire totale.

L’anziana artista morirà a Venezia poco più che ottantenne, il 15 aprile
1757, lasciando con i suoi ritratti leggeri e vaporosi la testimonianza degli
ultimi bagliori della grande stagione veneziana, destinata a finire. Un recente
studio su questa donna eccezionale, ha prodotto un interessante romanzo storico
della scrittrice Valentina Casarotto dal titolo “Il segreto nello sguardo” . 

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