07 Ago LA DROGA VIRTUALE C’E’
Pensaci Su…
2017-05-24 14:18:31
Anche in Italia arriva l’allarme “droghe sonore online”.
Anche in Italia arriva
l’allarme “droghe sonore online”. Particolari onde tra i 3 e i 30
Hertz, frequenze che agiscono sul
cervello umano, possono innescare le più diverse reazioni e sollecitare
in maniera intensa l’attività cerebrale, in modo simile alle droghe. Basta
collegarsi al sito giusto e scaricare speciali file per ottenere sequenze
sonore dai nomi che sono tutto un programma: «marijuana», «cocaina», «alcol»,
«ecstasy». L’allarme sulle «cyber-droghe», note in rete con il nome di “ iDoser”.
Le dinamiche commerciali
Esiste una società che
offre online, sul proprio sito, un vero e proprio lettore audio per “dosi
sonore”. Dosi che, per altro, oltre a essere acquistate possono anche
essere reperite gratuitamente in maniera piuttosto semplice con una semplice ricerca
su Google. Bastano pochi clic per avere sul computer un file
“zippato” che, una volta decompresso, svela centinaia di
“dosi”, accuratamente catalogate con i nomi delle sostanze di cui
dovrebbero riprodurre l’effetto: assenzio, ecstasy, cocaina, morfina, tranquillanti,
eroina, peyote e così via.
Il principio attivo
Le onde comprese tra 3 e
30 hertz, gli infrasuoni, ovvero le frequenze su cui lavora il cervello umano,
sono in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera
intensa l’attività cerebrale. Le onde
alfa, ad esempio, che vanno da 7 a 13 hertz, hanno un potenziale effetto rilassante, ma ce ne sono altre che ottengono
l’effetto opposto, cioè euforizzante o eccitante. Basta inserire questi
infrasuoni – che l’orecchio umano non percepisce – dentro un brano musicale, e
il gioco è fatto. L’uso di questi
infrasuoni non è sconosciuto alle forze di polizia, che all’estero li usano
come deterrenti, ad esempio nelle discoteche per calmare i ragazzi.
Sperimentazioni sui topolini
In particolare alcuni
esperti affermano di aver somministrato
ad alcuni topolini una dose minima di ecstasy, incapace di produrre alcun
effetto neurologico e abbiamo poi “somministrato” agli stessi anche
una “dose” di suono a 95 decibel, cioè il massimo consentito,
teoricamente, nelle discoteche, riscontrando un potenziamento degli effetti
dell’ecstasy. Non solo, aumentando la dose iniziale di ecstasy abbiamo ottenuto
col suono un potenziamento dell’effetto che è durato cinque giorni. Questo
spiega anche perché alcuni tipi di stupefacenti, come per esempio proprio
l’ecstasy, siano consumate in quantità particolarmente significative in
occasioni come i rave-party dove, evidentemente, la musica produce un ‘amplificazione
dei suoi effetti.
I rischi per la salute
Sui rischi per la salute
derivanti dall’uso di queste cyber-droghe non ci sono ricerche attendibili.
Attendiamo risposte dagli esperti, ma è necessario riflettere su queste nuove disponibilità offerte dalla
rete. Il potenziale di diffusione dell’ iDoser è enorme, perché rispetto alle
sostanze stupefacenti tradizionali sono meno invasive, più pratiche da
utilizzare, e costano molto meno: un file può andare dai 5 ai 10 euro, col
vantaggio rispetto alla droga che non si consuma e quindi si può riutilizzare quante
volte di vuole. Il fatto che una stimolazione sonora ad hoc possa avere
particolari conseguenze sul cervello non sarà una sorpresa
Danno dipendenza?
Ma ha senso parlare di
dipendenza? Se una stimolazione nervosa esiste è verosimile che avvenga attraverso
l’azione su determinati neurotrasmettitori, come per le altre droghe, quindi è
sicuramente possibile ipotizzare meccanismi e conseguenze non dissimili. Senza
studi in merito non si può dire di più e si possono solo fare ipotesi, ma si
tratta di ipotesi molto ragionevoli.
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