07 Ago Ragazzi, la morale non è un optional
Pensaci Su…
2017-03-24 07:45:59
Voglio parlare a voi giovani ragazzi di un argomento che interessa da vicino tutti.
Voglio parlare a voi
giovani ragazzi di un argomento che interessa da vicino tutti. Desidero
informarli che la morale non è un optional. Mi capiranno? Non lo so, ci provo.
Se fino a un recente passato i genitori , gli insegnanti , soprattutto i preti
proponevano una condotta morale ai ragazzi, oggi sembra che sia un impegno
inutile, un compito da lasciare a qualche suora o prete anziano che guarda
scoraggiato questa società con le solite battute che lascio immaginare al
lettore.
La domanda più
insistente che mi frulla in mente prima di mettermi ascrivere questa
riflessione, è semplice e diretta: c’è ancora uno spazio nella mente dei nostri
ragazzi per inserire un codice morale? Non mi si giudichi bacchettone o sprovveduto per questa domanda. L’epoca che stiamo
vivendo è detta “digitale”, ma sarebbe
più appropriato il termine “virtuale”. I nostri ragazzi hanno la mente satura
d’immagini, di suoni, di messaggi ricevuti e mandati su facebook, difficilmente
ascoltano, sono disponibili ad apprendere alcune proposte e tantomeno quelle
indicazioni morali che come una bussola orientano verso il bene.
Penso,
inoltre, che i nostri giovani abbiano
bisogno di assimilare alcuni valori di base che li sosterranno nelle loro
scelte sociali e relazionali. Ma come? Per riuscirci, occorre innanzitutto
avere fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità di educatori, accettando
come una ricchezza il fatto che ciascun adulto abbia un proprio vissuto, una
importate esperienza da trasmettere. Sono anche consapevole del principio che
mentre uno insegna anche impara. Le nuove generazioni non sono solo degli spazi
aperti dove scrivere le nostre idee e valori
Posso
effettivamente trasmettere ai giovani alcune indicazioni comportamentali con
umiltà e saggezza, senza la pretesa di mettere l’imbuto nella loro testa e
rovesciare in essa regole, codici etici, precetti di onestà, dignità,
verità. Credo che sia importante invece
la testimonianza coerente che trasmette ai giovani esempi chiari di vita,
evitando quella spaccatura o contraddizione
tra parola e pensiero, tra pensiero e comportamento. I giovani sono
molto attenti a noi adulti. Si fidano di noi solamente se la “vita è il
paragone delle parole”, ossia ciò che facciamo spiega quello che andiamo
affermando.
L’esperienza
di educatore mi ha convinto che a comportamenti
ribelli o tirannici, corrisponde quasi sempre l’assenza di una strategia
condivisa dell’educatore. Il giovane
spesso, non riesce a cogliere figure
adulte solide, tranquille che evitano i
predicozzi, li osservano invece
attentamente, affidando alle loro parole saggezza e passione per la vita.
Forse a noi
adulti manca quella necessaria fermezza che suscita nel giovane la stima e il
necessario rispetto per proseguire il
suo cammino senza la paura di scegliere il suo bene e quello degli altri.
Non meno
importante, è la nostra credibilità. Il
giovane è molto esigente con noi adulti, ci vuole leggibili interiormente, non
ammette ambiguità, sotterfugi, esposizione di un’immagine vuota. Non tollera
gli adulti pieni di sé, narcisisti che fanno sciocchi paragoni tra il loro modo
di vivere e il suo.
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