I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Paolo VI

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Paolo VI

L’opinione di Don Chino
2016-03-10 07:26:52

Nato a Concesio (Brescia) nel 1897, Giovanni Battista Montini, eletto papa il 21 giugno 1963 col nome di Paolo VI, portò a compimento il Concilio vaticano II (1962-65) e guidò la riforma della Chiesa negli anni successivi
Nato a Concesio
(Brescia) nel 1897, Giovanni Battista Montini, eletto papa il 21 giugno 1963
col nome di Paolo VI, portò a compimento il Concilio vaticano II (1962-65) e
guidò la riforma della Chiesa negli anni successivi. Pur ribadendo i princìpi
della tradizione cristiana e il ruolo universale della Chiesa di Roma, seppe
dialogare con l’uomo di oggi e con la sua cultura. Come Paolo – l’apostolo
delle genti di cui assunse il nome – compì numerosi viaggi nei diversi
continenti per incontrare i popoli e le comunità cristiane del Pianeta.  Il papa del dialogo con il mondo
contemporaneo 

Pur ribadendo il
valore del celibato dei preti e l’insegnamento tradizionale della Chiesa in
campo dottrinale e morale (soprattutto per quanto riguarda l’etica sessuale),
Paolo VI favorì il dialogo con gli intellettuali di formazione laica, con gli
esponenti di altre religioni e con gli atei. Favorì anche la diffusione della
lettura della Bibbia da parte dei laici (non solo quindi con la mediazione
e sotto la guida dei sacerdoti) e il rinnovamento dell’insegnamento religioso
mediante la stesura di nuovi catechismi per tutte le età. 
Sotto il suo
pontificato si svilupparono le Conferenze episcopali, che riunivano i vescovi
di una stessa regione, di una nazione o di un continente, per favorire il
dialogo tra loro, e anche altri organismi di partecipazione, come i Consigli
pastorali nelle singole diocesi e parrocchie. Anche attraverso questi strumenti
la Chiesa cominciò a essere sentita non più come un organismo burocratico, ma
come una realtà comunitaria della quale tutti sono chiamati a essere membri
attivi, sia pure svolgendo ruoli diversi. 
Paolo VI intraprese numerosi viaggi
in diverse parti del mondo (in Terra Santa, in India, in Portogallo, a Bogotà,
a Istanbul, a Ginevra, in Uganda, in Estremo Oriente) per incontrare i popoli e
incoraggiare le giovani Chiese del Terzo Mondo. Visitò la sede dell’ONU per
sostenere, a nome della Chiesa «esperta in umanità», la costruzione di un nuovo
ordine internazionale fondato sulla pace che l’ONU avrebbe dovuto difendere. Scrisse varie encicliche, in particolare la Populorum progressio (Lo sviluppo dei popoli,
1967) dove ha previsto la necessità di un dialogo tra i popoli per raggiungere
l’intesa e la pace; e la Humanae vitae (La vita umana, 1968) dove
ribadì il valore della famiglia e il suo dovere di trasmettere la vita.  Negli anni intorno al 1968 si svilupparono
forme di contestazione anche all’interno della Chiesa. 
Nella primavera del 1978 lanciò un
accorato appello per la liberazione di Aldo Moro, il leader politico cattolico
rapito (e poi ucciso) dai terroristi delle Brigate rosse: il suo messaggio, di
alto valore morale, scosse le coscienze di molti. Pochi mesi più tardi, dopo
una breve malattia, morì. 
“La
sofferenza dei poveri è nostra! E vogliamo sperare che questa nostra simpatia
sia di per se stessa capace di suscitare quel nuovo amore che moltiplicherà,
mediante una economia provvida e nuova al suo servizio, i pani necessari per
sfamare il mondo” 
(Paolo VI).

 

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