La paura dell’ignoto

La paura dell’ignoto

Pensaci Su…
2015-07-02 09:40:47

La razionalità è stata la prima grande arma messa in atto dall’uomo per difendersi dalle paure. Il problema è che oggi, nella cosiddetta post-modernità, l’idea di paura si sta confondendo sempre di più con quella di ansia.
La razionalità è
stata la prima grande arma messa in atto dall’uomo per difendersi dalle
paure. Il problema è che oggi, nella cosiddetta post-modernità, l’idea di
paura si sta confondendo sempre di più con quella di ansia. Si confonde
l’effetto con la causa. L’ansia, infatti, è l’effetto di un malessere che la
precede. Una situazione mentale d’incertezza del futuro, dà origine a tensioni,
dubbi che sfociano in comportamenti ripetitivi, fermi, superficiali, difensivi.

 

 

  

Parliamo di questa paralisi psichica
perché in questi ultimi tempi ci ha riportato a galla molte paure rimaste per
qualche tempo sommerse. Teste tagliate di giornalisti da killer incappucciati,
uomini e donne bruciati, aerei di linea abbattuti, malattie contagiose, nuovi
gruppi terroristici… Questo ed altro suscita paure affrontate in maniera
diversa secondo la cultura dell’individuo. La paura si può sfidare, asservire,
affrontare inconsciamente o con la massima strategia, viverla come
un’ossessione o conviverci più o meno serenamente. Ci si prepara, a
volte, per tempo a combatterla oppure nel momento in cui sorge. Nella nostra
cultura, vige il principio del “non si sa
mai”, “chissà come andrà a finire”. Con questi dubbi non si sfida la paura,
alcuni aspettano che le cose cambino, altri salgono sul carro dei più forti per
tutelarsi nei momenti difficili. Sia gli uni che gli altri, non vogliono
sfidare l’ignoto con nuove scelte.

 

  

Chi più e chi meno, prima o poi, abbiamo bisogno di
andare in profondità per conoscere le motivazione della paura dell’ignoto. Chi
lo fa attraverso la meditazione, chi attraverso l’introspezione, la
psicanalisi. Succede quando si percepisce che il mondo che sta fuori di noi è
troppo mutevole, e non ci permette nessuna previsione di sicurezza. Io stesso,
in certe circostanze, siamo costretti a farci alcune domande su ciò che può
succedere quando scorgiamo nel presente alcune ombre che si proiettano verso il
futuro.

  

La prima cosa da fare è semplicemente di accettare le paure. Non
serve, sorvolare o solo immaginare il problema. Accettarlo invece come
un segnale che ci rivela l’esistenza di qualcosa d’importante che esige forza,
coraggio, disponibilità ad assumersi nuove responsabilità e a fare nuove
scelte. E’ la nostra mente l’artefice del futuro incerto, difficile. La
flessibilità e resistenza mentale servono per focalizzare le difficoltà,
ordinarle e trovare preventivamente soluzioni possibili. Andare alla ricerca di
chi è colpevole delle situazioni che avanzano non serve, è una spreco di
energie. E’ come un voler far cambiare rotta a un fiume che segue il suo alveo.
Quando poi siamo catturati dalle informazioni che
ci mettono a confronto delle cause che determinano i disordini, i problemi, le
sofferenze, dobbiamo restare in possesso di un buon autocontrollo, di una
preparazione in grado di resistere, agli urti al momento dell’impatto con le
difficoltà. 
Il futuro è paragonabile a un fiume in piena che mette alla prova gli
argini durante il suo corso. Straripa dove l’argine è fragile e fa danni. Noi siamo
questi argini resistenti che sanno contenere l’acqua e i detriti che stanno per
arrivare o argini deboli che cedono all’urto. Il futuro mette alla prova i
nostri argini che vanno sempre tenuti sotto controllo 

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