Dio c’è… e anche l’altra vita

Dio c’è… e anche l’altra vita

L’opinione di Don Chino
2015-04-03 11:04:49

Vogliamo, per favore, chiederci un po’ di tempo per noi, entrare nella nostra testa per restare in compagnia di nuovi pensieri?
Vogliamo, per favore, chiederci un po’ di tempo per
noi, entrare nella nostra testa per restare in compagnia di nuovi pensieri? La
Pasqua vuole essere per tutti non un giorno di ricordo, ma un tempo lungo
quanto la vita per rispondere alla grande domanda se la nostra storia si ferma
in una scatoletta di ceneri o va oltre? 
Parlare di resurrezione, non ci dispensa di conoscere se qui dove siamo
temporaneamente incollati, siamo vivi o morti. Se siamo persone libere di
amare, sperare, esserci con quel tocco d’entusiasmo del bambino e con quella
limpidezza dell’uomo giusto. Se la resurrezione non si raggiunge qui, come
possiamo collocarla oltre. La resurrezione di Cristo è un evento straordinario
che rischiara il nostro vivere, dà ai nostri giorni quel tocco di gioia, di
paradiso in terra. 

Il male è vinto 
Il male, il dolore, le rivalità che ogni giorno
sperimentiamo e che ci vengono buttate addosso, possono essere vinti. Non
perché cessano, non perché il gioco della fantasia le rilega in un angolino del
cervello per affidarli all’oblio. No, il male resta, questa tanaglia c’è. Ma in
ognuno di noi ci deve essere tanta forza per liberarsi. L’augurio quindi è
questa specie di “resurrezione umana” per uscire dai “nostri sepolcri”. Basta
con questo scenario di persone spente, imbrattate di rabbia, d’egoismo, di
cattiveria. Il male fa male, spegne gli slanci verso il futuro, timbra l’altro
di sospetti, di negatività, riduce la testa a un rumore assordante di parole,
d’emozioni. Risorgiamo, riportiamo in noi una scintilla di speranza, di umano.
La società non è un inferno, è lo spazio per incontrarci, aiutarci, stimarci
reciprocamente. 
Un paradiso quaggiù 
Si legge nella celebre Opera da tre soldi di Bertolt Brecht: “Fossimo tutti buoni, si
vedrebbe la terra trasformarsi in paradiso. Il paradiso in terra che ideale!”.
Se c’impegniamo a costruire questo “piccolo paradiso quaggiù”, anticiperemo,
almeno come desiderio, l’altro. C’è chi vuole sapere se oltre il buio della
morte c’è una luce, una speranza; se questa luce attraversa il cancello della
morte per rompere l’infinito silenzio. La resurrezione di Cristo è la risposta,
rompe la morte. Cristo che risorge ci assicura che vivremo e che la morte non è
l’esproprio totale del nostro essere, ma un passaggio, un mutamento, uno stato
nuovo d’esistenza. 
Desiderio di resurrezione 
Dio è stato declassato ad una pura chimera da
conservare nell’immaginario collettivo o segregare come se fosse un ostacolo,
un concorrente per gli intelligenti e sapienti di questo mondo.  Eppure, la parte profonda del nostro essere
anticipa in sé la resurrezione, il dialogo eterno. Sente la grazia e l’avverte
come un vento impetuoso che la trascina verso il divino, pur essendo ancorata
al presente e alle cose.

 

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