07 Ago Una società che non genera adulti
L’opinione di Don Chino
2014-10-31 18:16:44
Mi scrive Stefano un uomo di 42 anni: “C’è maleducazione e mancanza di rispetto da parte dei ragazzi e giovani. Osservo quei “pischelli” che al posto di parlare gridano
Mi scrive
Stefano un uomo di 42 anni: “C’è maleducazione e mancanza di rispetto da parte dei ragazzi e giovani. Osservo
quei “pischelli” che al posto di parlare gridano, utilizzando un
linguaggio ricco di vocaboli volgari e scurrili. Insultano persino l’anziano
per strada che fa fatica a camminare, lo ritengono un ingombro. Imbrattano i
luoghi pubblici, fumano fuori dai bar marijuana o fanno del sesso uno
show”.
eccepire, chi di noi non potrebbe citare miriadi di esempi e situazioni simili?
La colpa di tutto ciò l’ha la società.
In questa realtà ci metto famiglia, scuola, il consumismo, la mancanza di
regole, di un codice etico e chi più ne ha ne metta. Responsabili sono i
genitori, gli adulti che dedicano troppo poco tempo all’educare i i figli, i
ragazzi. Manca la cultura dell’educazione, intesa come crescita e maturità dei
bambini, ragazzi e adolescenti. E’ poco presente una
mentalità che abitua i bambini e i ragazzi ad avere comportamenti ordinati,
atteggiamenti rispettosi verso le persone e cose. La crescita sta nella qualità dei comportamenti. Purtroppo, fin da piccoli i ragazzi si
lasciano fare, si pensa persino che certi atteggiamenti villani siano indice di
spontaneità, libertà, capacità d’esprimere le emozioni. Vale il detto: “Dimmi
come vivi e ti dirò chi sei”. L’immaturità è figlia di una vita disordinata.
raddrizzata quando è piccola”, vale
anche per quei genitori e adulti che si sono affidati alle idee avanzate di qualche pedagogista che confonde la
libertà con il libertinaggio. Più volte ho sostenuto sostenuto che i
comportamenti sono una particolare fotografia di riconoscimento del livello di
maturità dei piccoli e dei grandi. Gli adulti permissivi credono di più alle
parole e alle promesse dei ragazzi che non agli atteggiamenti messi in atto. Ne
consegue che parecchi nostri ragazzi sono sempre più odiosi, pestiferi e
ottengono un crescente potere sugli adulti.
Le tante parole e raccomandazioni non servono per persuadere i ragazzi a
comportarsi bene. Vale di più un richiamo, una correzione autorevole che un
insieme di lamenti e piagnucolate inutili.
sotto gli occhi la mamma di Luca di sette anni, una donna di trentacinque anni
che al supermercato dovette subire una figuraccia. Suo figlio di dieci anni si
era appropriato di un oggetto esposto sulla scaffalatura nascondendolo nelle
tasche. Scoperto dalla segnalazione della microspia, la mamma sbottò: “Si
tratta solo di una ragazzata. Non capisco come mai mio figlio si permetta d’appropriarsi
di una cosa così di poco valore. Ditemi che cosa vi debbo dare!”. Comprendo
l’imbarazzo di questa mamma, che ha dovuto subire una figuraccia in pubblico,
non capisco invece la sua valutazione dell’entità del furto. Ciò che conta è
correggere i comportamenti dei ragazzi e non difenderli o giustificarli in
tutto. La maturità richiede correzioni e anche 1qualche castigo, se fosse
necessario.
intervenire immediatamente con autorevolezza e fermezza. E’ sbagliato, inoltre,
promettere al ragazzo qualche premio se si comporterà bene o cedere ai suoi
ricatti con coccole e altro. In questo modo, avrà sempre in pugno
l’adulto. I ragazzi quando vogliono averla
vinta piangono, contestano, urlano, per
ottenere ciò che vogliono. Sanno come manipolare i genitori, gli insegnanti, gli stessi sacerdoti. Viviamo
in una società permissiva e il prezzo che si paga è in termini d’immaturità
soprattutto giovanile, ma non solo. I bambocci ormai hanno età diverse e
appartengono a tutti i ceti sociali. La persona che vivacchia e si concede
qualsiasi capriccio non può maturare, avere in sé tratti cognitivi e volitivi
adulti.
inserire la loro esistenza in un
progetto a lungo termine o hanno paura a farlo e quindi sono incapaci di
aver un impegno continuo, relazioni durature, responsabilità finalizzate a un
risultato da conseguire. Vivono più facilmente nella contingenza di una
situazione particolare che nella continuità di una scelta, di un progetto che
dovrebbero elaborare e dispiegare nel tempo. Sono immaturi.
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