07 Ago La stessa compulsione: slot machine, alcol e droga
L’opinione di Don Chino
2014-05-23 11:32:44
Mentre si discute di tutto, si tace che il giocatore d’azzardo patologico mostra una crescente dipendenza aumentando la frequenza delle giocate
Mentre si discute di tutto, si tace
che il giocatore d’azzardo patologico mostra una crescente dipendenza aumentando
la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa
nell’apparente tentativo di recuperare le perdite, le proprie possibilità
economiche facendosi prestare i soldi. Sono tante le famiglie sul lastrico per
questo gioco compulsivo. Giocano giovani, adulti, tossicodipendenti,
alcoldipendenti. Gli ambienti del gioco d’azzardo hanno sensibilmente
normalizzato l’uso e l’abuso di droga e alcol. E’ quello che mi disse Mario al Centro d’Ascolto venendomi a trovare. Mario, ex tossicodipendente,
mi assicurava che dopo il trattamento comunitario non aveva più fatto uso di
nessuna sostanza, fino a quando non subentrò un’altra dipendenza per il gioco
d’azzardo. “Spesso incontro soggetti dipendenti sia dal gioco d’azzardo che
dalle droghe o alcol”. Le dipendenze formano spesso una rete
articolata, una ‘catena’ da cui le persone non riescono a liberarsi. In altre
parole, una dipendenza richiama le altre. Il giocatore d’azzardo si serve di
alcune sostanze stupefacenti e alcoliche per ampliare la sua eccitazione nella
sfida fra lui e le slot. Le slot danno
le stesse sensazioni, eccitazioni e ansie che si ricevono dalle droghe o abuso
d’alcol. La dipendenza dalle sostanze stupefacenti, dall’alcol e dal gioco
patologico è strettamente correlata. La base neuro-fisiologica, infatti, è la stessa.
Gli esperti delle dipendenze mostrano i dati sull’uso di stupefacenti in Italia
con quelli concernenti la frequenza di gioco. Evidenziano che il giocatore
patologico non si rassegna di fronte alle perdite e continua a giocare,
abusando di alcol o facendo il “botto” di cocaina. Il giocatore, infatti, gioca
le prime partite senza far uso di sostanze o abuso di alcol. Se poi perde,
immediatamente riattiva la dipendenza alla sostanza. La testimonianza
di Daniele: “Sono un giocatore d’azzardo compulsivo e tossicodipendente. Le due
dipendenze hanno in comune diversi sintomi. Anche per il gioco d’azzardo, come
per la droga, il disturbo della devianza è progressivo. Si manifesta attraverso
la perdita di controllo, e la ricerca di denaro per continuare a giocare.
Nonostante le conseguenze negative, si continua a giocare. Lo stato di euforia
e di eccitazione durante il gioco è paragonabile a quello prodotto dalle
droghe. Quando non uso sostanze stupefacenti, si manifesta la crisi d’astinenza
con ansia, sudorazione e nausea, vomito e tachicardia. La stessa crisi accade
quando non posso giocare. Spesso mi drogo e dopo gioco o gioco e poi mi drogo.
C’è un richiamo reciproco tra sostanze e gioco”. Ciò che ha scritto Daniele mi
ha fatto riflettere. I giovani e gli adulti vanno informati per far comprendere
che la dipendenza dal gioco d’azzardo ne facilita altre. Tutte le associazioni
o organizzazioni devono esprimere la loro opinione e dare consigli e
indicazioni, in modo da poter costruire quelle linee di indirizzo utili alla
prevenzione di una dipendenza killer per l’individuo e per le famiglie stesse.
È una battaglia che si può vincere solo se l’intera società si mobilita ed è
chiaro che gli interessi di qualcuno non possono essere superiori a quelli
dell’individuo, della società e della comunità in generale. Bisognerebbe
mettere insieme tutte le forze sociali, politiche ed educative per analizzare
il disagio e depotenziare l’offerta, ma soprattutto far venir meno la domanda.
Il modo più efficace parte da progetti educativi che aiutino a riflettere, a
compiere scelte il più possibile compatibili con una vita regolare, fondata
sulla sobrietà. La dipendenza al gioco e ai soldi viaggiano insieme…
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