11 Giu Voglia di provare le droghe
Conoscere le motivazioni più frequenti che possono indurre un
adolescente a voler provare la droga può aiutare i genitori a
comprendere le molte pressioni alle quali i loro figli sono sottoposti in
questa delicata fase della loro vita. Motivazioni semplici, quali: il
desiderio di divertirsi o fare qualcosa di diverso; la disponibilità delle
sostanze; la condivisione con gli amici; la curiosità di sperimentare; il
desiderio di essere accettati dal gruppo; la perdita d’interessi; la
ricerca di sicurezza e autostima. «Volevo sentirmi meglio con me
stesso, vincere lo stress, la noia, il dolore, i problemi, sperimentare
una “sbornia”», afferma Daniele di diciassette anni. Spesso i ragazzi
si basano su ciò che sentono dagli amici per sapere che cosa
aspettarsi dall’uso della droga e sovente le informazioni che ne
ottengono sono false o poco attendibili, ma accattivanti.
Capire se il figlio si droga
«Come faccio a capire se mio figlio si droga?» mi chiede Sonia, una
mamma con in casa due adolescenti. Questa è la domanda che più
spesso i genitori si pongono. La risposta è che non esiste un modo
facile e sicuro per saperlo perché l’effetto della droga potrebbe
essersi esaurito prima che il genitore veda il figlio o perché l’effetto
stesso potrebbe non essere così evidente.
Anche nel caso ci fosse un considerevole cambiamento di
comportamento, ciò potrebbe essere causato da qualche altro
motivo, per esempio un problema di sviluppo, una crisi affettiva,
un’apatia tipica dell’età. Se il genitore è però attento può notare un
insieme di atteggiamenti anomali da non sottovalutare: lunghi silenzi,
broncio o irascibilità verso gli altri; improvvisi sbalzi di umore; insolita
mancanza di collaborazione e scontrosità; pochissima disponibilità a
parlare e a stare in famiglia; diminuzione del rendimento scolastico,
svogliatezza o tendenza a marinare la scuola; abbandono delle
attività svolte regolarmente, per esempio uno sport, cambio di
amicizie; apparentemente inspiegabile e repentino passaggio a un
nuovo gruppo di amici; cambiamenti nell’aspetto fisico, per esempio
occhi arrossati; disturbi alimentari.
No alla superficialità o rassegnazione
Alcuni genitori sembrano preferire rassegnarsi a quel particolare
nemico, la droga, ignorandone l’evidenza, negando e chiudendo un
occhio sulla possibilità che il loro ragazzo adolescente faccia uso di
sostanze psicoattive. Afferma il professor Pickhardt, psicologo
esperto di adolescenza: «Personalmente, ritengo sia meglio
ammettere che il mondo d’oggi in cui crescono i ragazzi è pieno di
droghe d’ogni genere, e questo impone una continua vigilanza e
discussione soprattutto con gli adolescenti». L’uso di droghe
ricreative inizia a entrare in gioco negli anni delle superiori, quando la
curiosità diventa più pressante, l’eccitazione diventa più allettante e
le feste e gli incontri sociali diventano più frequenti. Non è facile per i
genitori sostenere un dialogo costruttivo e mettere in luce i rischi fisici
e psichici sull’uso di droghe, ma devono farlo.
Non sorvolare sui sospetti
Se i genitori hanno sospetti sul consumo di droghe da parte del figlio,
chiedano aiuto a un Centro in cui operano persone esperte. In questo
modo potranno gestire il problema al meglio e con maggiore
consapevolezza. Importante che siano vigili, sappiano prestare
attenzione ai figli, che cosa fanno, dove vanno, le persone e i luoghi
che frequentano e con chi hanno rapporti. Da ultimo, lo ripeto,
mantengano un buon livello di comunicazione che sta alla base di un
ambiente familiare sano e in grado di rilevare le prime devianze del
figlio. I ragazzi chiamano le droghe di iniziazione canne, erba, fumo,
droghe leggere. Attenti anche alle prime sbronze.
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