La morsa dei social network

La morsa dei social network

Parlare di Internet, social network, videogame vuol dire porsi di fronte
alla complessità del mondo virtuale, nei suoi aspetti positivi e
negativi. La maggior parte dei genitori è disinformata. Queste
piattaforme virtuali tuttavia sono entrate a far parte del quotidiano per
milioni di adolescenti, facilitano molti aspetti delle attività sia
ricreative che lavorative e offrono utili strumenti per incrementare la
qualità della vita. Allo stesso tempo, però, nascondono alcuni tranelli
pericolosi per l’equilibrio psichico degli adolescenti. L’uso e l’abuso
dei social: Internet, network e videogame, comportano alcuni rischi
che desidero far conoscere ai genitori.

Il contatto umano a rischio

Nonostante il mondo virtuale possa essere ormai un modo per
entrare in rapporto con l’altro, in modo immediato e oltre lo spazio
fisico, proprio questa relazionalità virtuale può essere usata in modo
difensivo e dannoso, soprattutto fra i più giovani. Per esempio, dai
molti che soffrono di fobia sociale, Internet può essere usato non
tanto per scavalcare questa condizione, quanto per evitare ancor di
più il contatto umano faccia a faccia. Ciò porta al peggioramento
della patologia e dà un illusorio senso di avercela fatta a uscire dalla
paura della relazione reale. L’esposizione continuativa a videogame,
giochi online e social network cambia il modo di percepire se stessi e
gli altri, il modo di vedere e vivere il mondo circostante. Infatti, quello
con cui molti giovani hanno a che fare, per gran parte delle ore della
giornata, non consiste nel mondo “reale”, ma è creato artificialmente,
in uno spazio informatico che supera i limiti della realtà quotidiana,
applicando le sue regole (spesso non-regole) alle quali conformarsi
per usare al meglio la piattaforma scelta.

L’illusione di socializzare


Basti pensare all’immediatezza nel raggiungere le persone attraverso
gli smartphone, all’utilizzo delle chat online o dei social, per essere
sempre informati sulle attività degli altri che ci interessano. Si può
creare l’illusione di essere sempre in compagnia, quando in realtà ci
si ritrova nella solitudine con il proprio smartphone. Una solitudine
negata da rapporti di circostanza, superficiali, basati sull’apparenza
delle condivisioni social. Oppure, altrettanto pericoloso, si costruisce
sempre di più un sé di facciata, di apparenza, predominante ma non
vero, per la paura di essere giudicati “non abbastanza” dai propri
follower, che hanno preso il posto degli amici.
Aspirazioni e illusioni

L’utilizzo del mondo virtuale ha consentito così il proliferare di pagine
in cui i modelli ideali possono diventare sempre più ideali, sempre più
perfetti, costruendo un insormontabile gap tra la realtà e la
virtualità/apparenza. Soprattutto in adolescenza, periodo della vita

durante il quale si cerca con forza un ideale a cui ispirarsi:
l’esposizione continua a modelli idealizzati di successo, talento,
bellezza, ricchezza, “bella vita”. Tutto ciò può portare a una
distorsione del proprio senso di efficacia percepita, di autostima. Da
una parte questi ragazzi aspirano a modelli di vita che possono
sembrare “al di sopra delle righe”, caratterizzati da ricchezze,
bellezza, qualità eccezionali raggiunte senza sforzi, dall’altra tali
modelli possono creare in loro l’illusione di essere “ragazzi speciali”,
onnipotenti, al disopra di tutti e di tutto.


Senso di onnipotenza e sadismo

Il senso di onnipotenza, adolescenziale soprattutto, sfocia spesso in
violenza e aggressività verso i meno potenti, vittime su cui scagliarsi
per affermare la propria forza. Episodi di violenza di giovani contro
persone in difficoltà sono regolarmente presenti nei notiziari, così
come gli ormai diffusi atti di cyberbullismo.

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