01 Lug Un dono disarmante
La bontà consiste nel voler bene alle persone con le quali viviamo insieme e rispettare
quelle che incontriamo. Voler bene significa accoglienza coscienti che sono diverse da noi.
Essere diversi non è un limite, ma un pregio. Non c’è nessuno troppo povero o “sbagliato”
da non avere nulla di buono da dare agli altri. La bontà è nei piccoli gesti nelle attenzioni
all’altro, anche se possono sembrare banali. Non attendiamo che gli altri siano buoni con
noi, se li anticipiamo siamo avvantaggiati. La bontà infatti è la chiave del cuore dell’altro. I
buoni sono quelli capaci di sorridere, è poca cosa, ma se è vero facilita il contatto,
conquista, convince. Non sorridiamo solo quando siamo di fronte ad una persona che ci
va bene o a cui vogliamo bene. Sorridiamo a tutti, in ogni incontro, anche quando si è di
cattivo umore.
Le persone buone, lo ribadisco, sono in un dono inaspettato. Ci sorprendono con gesti
semplici, parole pensate, azioni sagge. Sanno improvvisare con una battuta inaspettata,
un complimento piacevole, un’ azione improvvisa che spacca la monotonia di quella
giornata; sanno anche preparare una serata diversa con amici per ricordare l’inizio
dell’amicizia o semplicemente un avversario. Tutto serve per ravvivare i rapporti e
spruzzarli di entusiasmo, di gioia. Sono troppe poche le giornate in cui coltiviamo pensieri
nuovi, desideri inediti, anche qualche sciocchezza se serve, per rinverdire e far rifiorire la
nostra “aiola mentale”. La forza della bontà spacca quel vivere ripetitivo, monotono,
abitudinario.
Le persone buone oltre a essere imprevedibili nei loro doni o sorprese, sanno ascoltare.
L’ascolto consiste sempre nel saper con discrezione entrare nell’anima dell’altro per
liberarla dalle angosce Chi desidera farsi ascoltare non cerca risposte, ma solo di uscire
dalla sua solitudine, desidera pertanto avere accanto chi non si stufa di lui, chi non usa le
parole per stordire, ma offre sentimenti liberatori. Le persone buone sanno entrare
silenziosamente nel profondo della vita dell’altro, sostare in essa e dare risposte vere,
rassicuranti. In questa sensibile immersione nella vita dell’altro, le persone buone voglio
comunicare che quella vita è importante come la propria.
Le persone buone sono foriere di legami autentici, profondi. Depositano nella nostra
anima qualche cosa di se stesse che rimane. Chi ha ricevuto questo dono è “contagiato”
per sempre, nel senso che i sentimenti ricevuti sono un costante richiamo del benefattore.
In altre parole, chi ha ricevuto questo tocco di bontà indelebile, ha in sé un costante
richiamo del donatore. Il donatore di bontà lo portiamo nella nostra piccola storia e diventa
il maestro interiore di questo stupendo sentimento. La bontà è davvero contagiosa. Capita
a tutti d’incontrare persone che in passato hanno depositato nel nostro cuore sentimenti di
bontà, subito avvertiamo che sono già presenti in noi, hanno un posto nel nostro cuore.
Un invito
La bontà è l’unica chiave
per aprire il cuore dell’altro.
.Non sono le rivendicazioni
a fare incontrare gli uomini,
ma è la bontà
che ci rende ricercatori di giustizia,
persone solidali.
I buoni non sono mai stranieri
in nessuna parte del mondo,
non sono estranei a nulla e a nessuno.
Solo i buoni possono indicare
una strada buona, soluzioni buone,
economia buona, politica buona,
potere buono a servizio del bene,
confini buoni, regole buone.
Possono essere il sale,
possono trasfigurare il mondo
perché sanno chiedere perdono a Dio
per il male fatto e sanno perdonare
perché Dio perdona loro.
I buoni possono l’impossibile,
possono desiderare che finalmente
pace e giustizia abitino insieme,
cementate dal perdono.
È vitale che i buoni
si riconoscano e si incontrino.
I buoni possono dire la verità nella carità,
scoprire ciò che unisce,
apprezzare il buono degli altri
e riconoscere che le divisioni di oggi
arrivano da errori, mancanza di carità,
incomprensioni, interessi e paure di ieri.
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