17 Nov Comunicazione efficace
La comunicazione è un fenomeno complesso e un elemento fondamentale della società.
La cultura esiste perché gli esseri umani comunicano tra loro.
La comunicazione non esisterebbe senza il linguaggio, che è il massimo agente di
socializzazione. I codici comunicativi sono frutto di una convenzione sociale ovvero di un
patto stipulato tra i membri di una comunità, quindi sono relativi al popolo e alla cultura.
Alla base della comunicazione sta la capacità di trasferire informazioni in modo efficace.
Possiamo avere idee brillanti, ma se non riusciamo a farle capire, non ci porteranno da
nessuna parte.
Non dobbiamo farci impressionare dalla possibilità infinita di scambi comunicativi che la
tecnologia ci mette a disposizione: la comunicazione efficace è ancora oggi una
competenza che sfugge alla maggior parte delle persone. Nel dialogo incomprensione e
confusione sono all’ordine del giorno. L’attuale overdose di comunicazione, sia verbale sia
scritta, ha creato una superficialità di approccio anche quando si trasmettono pensieri
profondi. Persino la comunicazione diretta è inquinata. Vogliamo esprimere un’idea e ne
esce un’altra e l’interlocutore ne capisce un’altra ancora e così via… Spesso manca la
chiarezza del pensiero interiore, anche a causa dell’eccesso di comunicazione.
Vogliamo dire una cosa importante? Ci vengono purtroppo in mente tanti pensieri collegati
e nel frattempo l’attenzione dell’altro si riduce. Il cuore del discorso si perde e il messaggio
non giunge a destinazione. Bisogna fare come gli scultori, che tolgono tutto il marmo che
non serve e lasciano, con abilità, soltanto quello necessario. L’essenzialità delle parole è
di fondamentale importanza. Ciò vale per la coppia, nelle amicizie, nella vita sociale: per
trasmettere le idee importanti è bene sfoltire.
Un errore tipico è quello di iniziare il discorso con lunghe premesse e spiegazioni
preliminari, per arrivare al punto quando ormai l’interlocutore si è distratto o spazientito.
Decidiamo prima che cosa vogliamo comunicare. Facciamo una sintesi dell’informazione
principale dentro la nostra mente, filtriamola con attenzione ed esponiamola
all’interlocutore nei primi trenta secondi, poi facciamo pure un passo indietro a raccontare
altri particolari: a quel punto avremo agganciato la sua attenzione e la comunicazione
andrà a segno.
Un buon comunicatore si focalizza sui punti principali che vuole trattare e li mette in un
ordine logico. Gli elementi importanti devono essere ben decifrabili, ogni approssimazione
può generare incomprensioni ed equivoci. È utile comunicare con frasi brevi e un
linguaggio semplice, utilizzando parole adeguate e comprensibili a chi ci ascolta.
Prima di comunicare facciamoci sempre queste due domande: che cosa vogliamo dire? e
a chi stiamo parlando? Conoscere il nostro interlocutore, le sue attese e soprattutto il suo
livello culturale rende più semplice farci capire. Il nostro messaggio deve essere
trasmesso in maniera ordinata e razionale ma soprattutto deve essere chiaro. Per parlare
abbiamo a disposizione uno strumento eccezionale che è la voce. Purtroppo sono pochi
quelli che ne fanno buon uso. Una corretta respirazione ci permette di utilizzare la voce al
meglio. Bisogna parlare in modo corretto ed evitare l’accavallarsi di parole e concetti. Il
segreto per una pronuncia chiara e comprensibile sta in una buona articolazione. Un buon
comunicatore quando parla riesce a variare velocità, tono e volume, per evitare di essere
monotono; inoltre con i gesti e lo sguardo rassicura gli interlocutori sulla verità delle sue
parole.
Quando raccontiamo storie o eventi coloriamo pure il linguaggio, rendiamolo vivace,
emotivo. Se invece discutiamo di arte, politica o cultura, lo stesso comportamento diventa
inefficace perché chi ci ascolta si concentra su un aspetto secondario del nostro discorso
e perde di vista il messaggio principale. Badiamo all’essenziale, facciamo in modo di
essere diretti, non usiamo un lessico ricercato e incomprensibile.
Se vogliamo davvero comunicare un problema o un’idea, privilegiamo l’incontro reale. Se
è impossibile, scegliamo il telefono ma valutiamo bene il momento. Non affidiamoci ai
messaggi veloci: in questi tipi di scambio è assente l’aspetto espressivo (intonazione,
espressione del viso, gesti) e facilmente una battuta ilare può essere scambiata per un
giudizio severo. Le stesse immagini che accompagnano il linguaggio vanno pensate,
scelte per non vanificare la comunicazione. Alcune volte per essere brillanti siamo
ampolosi nel linguaggio, usiamo citazioni improprie o adirittura errate, battute spiritose su
qualcuno. La prudenza suggerisce che non tutti i messaggi o le immagini sono gradite: è
necessaria una selezione intelligente.
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