07 Ago Guardie e ladri
L’opinione di Don Chino
2014-12-08 09:06:15
Quando ero bambino nei nostri paesi si giocava a “guardie e ladri”. Già allora, quel gioco, ci divideva e i bambini preferivano far parte dei ladri e meno delle guardie.
Quando ero bambino nei nostri paesi si giocava a “guardie
e ladri”. Già allora, quel gioco, ci divideva e i bambini preferivano far parte
dei ladri e meno delle guardie. Erano quindi molti i ladri e poche le guardie.
I ladri riuscivano già allora a essere vincenti: si nascondevano, scappavano,
rubavano. L’immagine di quel gioco mi è ritornata alla mente in questi giorni.
Un’inchiesta che come una bomba si abbatte su una ampia fetta della classe
dirigente della città di Roma. Tanti ladri e poche guardie arrestano,
perquisiscano le case, gli uffici di persone che “giocavano” con i soldi, con
tanti soldi. Un centinaio di indagati e sequestri milionari, sono i numeri di
una indagine della Procura di Roma che è solo all’inizio, ma che è destinata a
segnare per i prossimi mesi la vita politica della Capitale.
meglio un mondo “in mezzo” alle istituzioni, un’area malavitosa presente nella
capitale e dintorni in grado di garantire il conseguimento degli interessi
dell’organizzazione. In questo mondo di ladri, di malaffare, fatto anche di
collegamenti tra ambienti di estrema destra e sinistra, il ruolo primario è di
Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar, accusato di aver fatto parte della Banda
della Magliana, personaggio che ha organizzato una rete malavitosa.
passa, che ancora attraverso la violenza, costringe gli imprenditori, i
professionisti, ma soprattutto gli uomini delle Istituzioni politiche a
trattare, a vendere la propria coscienza. Carminati di fatto gestiva una
holding del malaffare versatile: dagli appalti all’estorsione, dall’usura al
recupero crediti. Aveva contatti con manager, politici e col crimine di ogni
specie.
dunque una holding di affari sporchi nella capitale. In manette, nell’operazione congiunta di Ros e
Guardia di Finanza, sono finiti infatti ex amministratori, faccendieri,
politici ai quali l’organizzazione malavitosa offriva bustarelle per
l’aggiudicazione degli appalti. Si tratta a tutti gli effetti di un comitato
d’affari che copriva tutti i settori produttivi della Capitale compreso il
business dell’accoglienza degli immigrati e quello dei campi nomadi.
questa “cupola” presente, dominante? Una domanda dovuta, se si pensa che i raggiri
economici ammontano a miliardi di euro. Qualcuno ha detto che i soldi chiudono
la bocca di molti o meglio mettono a tacere persino chi dovrebbe vigilare sul
malcostume. Ora i media parlano, i presunti imputati s’avvalgono della facoltà
di non rispondere. Il silenzio, di fronte alle prove, è un indizio di
colpevolezza. Ciò che più infastidisce è che il male fatto viene negato, anche
se i colpevoli sono stati trovati con le mani nel sacco.
ogni persona dovrebbe avere di fronte alla sua coscienza e per salvaguardare
almeno la dignità umana. Riconoscere i propri errori e accettare la giusta
condanna sono atteggiamenti necessari per liberare se stessi da quella
cupidigia che spesso sporca la società di qualcosa di lurido. Rubare nelle Istituzioni è rubare a tutti i
cittadini, soprattutto ai più poveri e disperati che passano le loro notti in
rifugi improvvisati.
Il credente dice a Dio “liberaci dal male”, una richiesta
importante che anche il non credente dovrebbe dire a se stesso nella sua mente.
Il “male” fa male a tutti, specie ai ragazzi che scorgono negli adulti che
contano nella nostra società la corruzione, la malvagità. Scorgono in chi è preposto al bene comune, una
persona avida, ladra. Cristo consiglierebbe a questi ladri che palesano le loro
facce nei banchetti da nababbi di mettersi una pietra al collo e sprofondare
nel mare. Guai agli scandali!
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