07 Ago I GENITORI POSSONO EDUCARE?
L’opinione di Don Chino
2014-11-28 11:27:24
La domanda che sta all’inizio di questa riflessione ha in sé l’ombra della perplessità.
L’educatore, si chiede: oggi si può ancora educare?
La domanda che sta
all’inizio di questa riflessione ha in sé l’ombra della perplessità.
L’educatore, si chiede: oggi si può ancora educare?
La risposta sta nella
passione educativa.
passione educativa.
La Chiesa chiama i
genitori soprattutto e le persone che operano per la crescita dei ragazzi e
giovani a ravvivare la passione educativa. La famiglia oggi è disorientata,
fragile, insicura. Resta tuttavia uno spazio d’amore insostituibile. Quindi va
valorizzata, rilanciata.
Come rivitalizzarla?
Tutti i soggetti che
formano la famiglia, devono sentirsi impegnati a cercare e sviluppare nuove
relazioni, proposte affettive forti per contrapporsi alle sfide di una
convivenza provvisoria, scarsa di responsabilità educative. La famiglia è
veramente una insostituibile sorgente educativa. I figli si abbeverano a questa
sorgente. Se la sorgente è inquinata di superficialità,
apparenza, incomunicabilità, i danni che ne derivano sono rilevanti per la
crescita e la maturità dei figli. La famiglia resta comunque uno una realtà
insostituibile per la crescita interiore dei figli. A una condizione però che sia vera. Lo psichiatra Vittorino Andreoli definisce la
famiglia vera con questa affermazione: “La famiglia deve essere solida, sana,
ben bilanciata, accogliente, rasserenante, con ruoli stabili per ciascun
componente”.
formano la famiglia, devono sentirsi impegnati a cercare e sviluppare nuove
relazioni, proposte affettive forti per contrapporsi alle sfide di una
convivenza provvisoria, scarsa di responsabilità educative. La famiglia è
veramente una insostituibile sorgente educativa. I figli si abbeverano a questa
sorgente. Se la sorgente è inquinata di superficialità,
apparenza, incomunicabilità, i danni che ne derivano sono rilevanti per la
crescita e la maturità dei figli. La famiglia resta comunque uno una realtà
insostituibile per la crescita interiore dei figli. A una condizione però che sia vera. Lo psichiatra Vittorino Andreoli definisce la
famiglia vera con questa affermazione: “La famiglia deve essere solida, sana,
ben bilanciata, accogliente, rasserenante, con ruoli stabili per ciascun
componente”.
Il marchio indelebile
Occorre promuovere uno spazio
d’esperienze umane. E’ in questo ambiente che il papà, la mamma, i fratelli
e sorelle vivono rapporti veri, esperienze importanti. Insieme genitori e figli
stanno bene, si raccontano i vissuti, si aiutano nelle difficoltà, si scambiano
i sentimenti, insomma formano la famiglia. Chiedo spesso ai genitori: siete
presenti come segno indelebile nei vostri figli? Trovano dentro la loro anima l’impronta della mamma, del papà? Il veicolo che vi porta
in loro è l’amore? Solo se i genitori sono capaci di questa trasfusione nella vita dei figli, la loro presenza
continuerà anche dopo.
d’esperienze umane. E’ in questo ambiente che il papà, la mamma, i fratelli
e sorelle vivono rapporti veri, esperienze importanti. Insieme genitori e figli
stanno bene, si raccontano i vissuti, si aiutano nelle difficoltà, si scambiano
i sentimenti, insomma formano la famiglia. Chiedo spesso ai genitori: siete
presenti come segno indelebile nei vostri figli? Trovano dentro la loro anima l’impronta della mamma, del papà? Il veicolo che vi porta
in loro è l’amore? Solo se i genitori sono capaci di questa trasfusione nella vita dei figli, la loro presenza
continuerà anche dopo.
Il cantiere della
coscienza
coscienza
E’ nella famiglia che la
coscienza o “voce” della ragione sa scegliere il bene e liberarsi dal male. I
genitori che amano sono maestri, testimoni di questo imperativo interiore. Benedetto XVI, afferma:
“Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende
l’uomo; ci si deve vergognare del male che si
arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla
luce“. Il male è presente nei
gesti, nelle azioni , spesso anche dei genitori
che ritengono la vita degli altri
un proprio oggetto da usare, ledere con l’imbroglio, con la menzogna e soprattutto
con la violenza. Il male presente nei genitori infetta i figli. Prima d’intervenire sui diversi contesti
sociali per liberarli dal male, sarà utile che nelle nostre famiglie ci sia
l’impegno a rendere attiva la coscienza, a far conoscere ai figli il bene, in modo che si appassionino.
coscienza o “voce” della ragione sa scegliere il bene e liberarsi dal male. I
genitori che amano sono maestri, testimoni di questo imperativo interiore. Benedetto XVI, afferma:
“Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende
l’uomo; ci si deve vergognare del male che si
arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla
luce“. Il male è presente nei
gesti, nelle azioni , spesso anche dei genitori
che ritengono la vita degli altri
un proprio oggetto da usare, ledere con l’imbroglio, con la menzogna e soprattutto
con la violenza. Il male presente nei genitori infetta i figli. Prima d’intervenire sui diversi contesti
sociali per liberarli dal male, sarà utile che nelle nostre famiglie ci sia
l’impegno a rendere attiva la coscienza, a far conoscere ai figli il bene, in modo che si appassionino.
La casa sulla roccia
E’ nella famiglia che
si avverte il primo bisogno di Dio, la forza del suo amore. I genitori sono i primi testimoni della sua
presenza. Devono pertanto far sentire ai figli questa presenza, rispondere ai loro
dubbi e anche far capire che la vita,
lontana da Dio, si riduce a un colosso dai piedi d’argilla. La ricerca di Dio
esige, da parte dei genitori, umiltà mentale che fa proprie le parole di
Cristo: “Senza di me niente potete fare”. Questo “niente” dovrebbe risuonare
nelle famiglie. Sappiano che Dio è l’amore che rivoluziona la vita. La sua
presenza, è una scoperta copernicana, nel senso che supera quel sistema mentale
e culturale che inorgoglisce e fa dell’uomo arrogante un “dio fallito”.
si avverte il primo bisogno di Dio, la forza del suo amore. I genitori sono i primi testimoni della sua
presenza. Devono pertanto far sentire ai figli questa presenza, rispondere ai loro
dubbi e anche far capire che la vita,
lontana da Dio, si riduce a un colosso dai piedi d’argilla. La ricerca di Dio
esige, da parte dei genitori, umiltà mentale che fa proprie le parole di
Cristo: “Senza di me niente potete fare”. Questo “niente” dovrebbe risuonare
nelle famiglie. Sappiano che Dio è l’amore che rivoluziona la vita. La sua
presenza, è una scoperta copernicana, nel senso che supera quel sistema mentale
e culturale che inorgoglisce e fa dell’uomo arrogante un “dio fallito”.
Educare con Dio
I genitori increduli,
agnostici affidano spesso i propri figli agli idoli dell’avere, del successo,
del potere. Loro stessi si presentano ai
figli sicuri di sé e di quello che hanno accumulato con il lavoro, l’abilità,
il prestigio. Dio muore dove trionfa l’uomo. Si legge nel libro sacro che Dio “si
rivela ai piccoli”, cioè a coloro che hanno fatto un bagno nella “vasca”
dell’umiltà per togliersi le scorie della superbia. Educare è lasciarsi condurre da Dio, mettersi
nelle sue mani. Educare è questione di cuore, diceva don Bosco. Ma il nostro cuore
è insufficiente, ha bisogno di Dio per respirare l’Amore. Dio è la roccia dove
si costruisce la casa, la famiglia, lo spazio degli affetti veri, profondi,
duraturi. Sia la famiglia il cantiere
dell’educazione. Educare si deve e si
può: a una condizione che l’educatore sappia buttare nella vita dell’educando
le sue energie umane, morali e spirituali.
agnostici affidano spesso i propri figli agli idoli dell’avere, del successo,
del potere. Loro stessi si presentano ai
figli sicuri di sé e di quello che hanno accumulato con il lavoro, l’abilità,
il prestigio. Dio muore dove trionfa l’uomo. Si legge nel libro sacro che Dio “si
rivela ai piccoli”, cioè a coloro che hanno fatto un bagno nella “vasca”
dell’umiltà per togliersi le scorie della superbia. Educare è lasciarsi condurre da Dio, mettersi
nelle sue mani. Educare è questione di cuore, diceva don Bosco. Ma il nostro cuore
è insufficiente, ha bisogno di Dio per respirare l’Amore. Dio è la roccia dove
si costruisce la casa, la famiglia, lo spazio degli affetti veri, profondi,
duraturi. Sia la famiglia il cantiere
dell’educazione. Educare si deve e si
può: a una condizione che l’educatore sappia buttare nella vita dell’educando
le sue energie umane, morali e spirituali.
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