I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Lia

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Lia

L’opinione di Don Chino
2017-07-27 07:56:34

Gina Galeotti Bianchi partigiana con il nome di Lia, fu uccisa da una raffica di mitra

Gina Galeotti Bianchi partigiana con il nome di Lia, fu
uccisa da una raffica di mitra dei nazisti all’alba della Liberazione, il 24
aprile, mentre in bicicletta stava andando all’ospedale di Niguarda per aiutare
e dare conforto ad alcuni partigiani feriti. Era incinta di sei mesi del primo
figlio. Lia, aveva 32 anni. Aveva
iniziato giovanissima la sua attività antifascista e nel 1943 era stata
arrestata e deferita al tribunale speciale per essere stata tra gli
organizzatori a Milano degli scioperi del marzo contro la guerra. Nel carcere
di Parma venne orribilmente torturata per 48 ore ma non rivelò mai i nomi dei
suoi compagni. Dopo la caduta del fascismo, Lia era stata liberata e aveva
aderito immediatamente alle formazioni  partigiane combattenti della Resistenza. Combattere
il fascismo e tornare alla libertà aiutando gli altri era per lei
irrinunciabile. Viveva a Milano e quando veniva a trovare i parenti a Suzzara
(Mantova) non dormiva mai a casa. Temeva per loro rappresaglie. Però non era
mai triste, guardava sempre al futuro con ottimismo era convinta che l’oscurità
del fascismo  e nazismo sarebbe stata
sconfitta.Lia aveva sposato nel 1938
Bruno Bianchi, anche lui partigiano, e membro della Costituente. Seppe
la notizia dell’uccisione di Lia mentre era carcerato a San Vittore.  Bruno soffrì molto per la perdita della
moglie e del suo bambino.

Il 24 aprile del 1945, come abbiamo già accennato da un camion dei tedeschi
partirono raffiche di mitra ma Gina continuò il suo cammino, senza considerare
il pericolo. I tedeschi la videro e le spararono con una raffica di colpi che
uccise lei e il bimbo di sei mesi che portava in grembo. Colpisce di questa
donna che pur essendo  incinta del primo
figlio non esitò nemmeno un attimo a lottare fino alla morte per la libertà
dell’Italia.
Il 19
novembre 2005, nella zona di Niguarda, nei giardini tra via Val di Ledro e via
Hermada, il Comune di Milano ha intitolato l’area a Lia. Quegli anni di
liberazione sono rimasti impressi nella mente di noi anziani con tanti ricordi,
uno in particolare: il coraggio di coloro che hanno perso la vita per fermare
le stragi naziste e fasciste. Lia ebbe questo coraggio!

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