07 Ago I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Suor Eugenia Bonetti
L’opinione di Don Chino
2017-11-15 12:07:46
Donne non merci
Suor Eugenia Bonetti, nata a
Bubbiano nel milanese nel 1939, religiosa delle missionarie della Consolata. da
tanti anni coordina una rete di suore, appartenenti a 70 diverse
congregazioni, che operano in più di 100 case di accoglienza per aiutare
le donne, vittime di tratta e costrette alla prostituzione, a ritrovare la
dignità, la libertà e a reinserirsi nel mondo del lavoro.
Un tema, soprattutto in chiave
femminile, caro a suor Eugenia Bonetti, presidente dell’Associazione “Slaves No
More” (in inglese vuol dire “Mai più schiave”) che da tanti anni combatte
questa piaga.
Sostiene che solo in Italia quasi
70.000 donne sono vittime della tratta, sono costrette a prostituirsi, vengono
sfruttate e mantenute in condizioni di schiavitù. È un traffico vergognoso e
lucroso, fatto sulla pelle di ragazze spesso giovanissime. Nel mondo sarebbero
almeno 2,7 milioni le vittime, di cui l’80% sono donne e minori. Esseri che
vengono venduti ai fini anche di prostituzione. Un affare da circa 30 miliardi
di euro l’anno. Insieme a quello delle armi e degli stupefacenti, il traffico
di esseri umani è una delle fonti più lucrative in assoluto e coinvolge tutto
il mondo.
Ormai si pensa che la schiavitù
sia abolita da tempo. Oggi cambiano i volti, i nomi, le circostanze, ma la
realtà della violenza sulla persona debole e indifesa non cambia. Papa
Francesco è intervenuto su questa grave e drammatica schiavitù con parole
chiare e forti: “Se si volesse attualizzare la parabola del buon Samaritano,
oggi, forse inizierebbe cosi: una giovane donna si mise in viaggio dalla
Nigeria verso l’Europa sperando in un futuro migliore per lei e per la
famiglia. Durante l’estenuante tratto nel deserto del Sahara, la sosta forzata
in Libia, la traversata del Mediterraneo su imbarcazioni fatiscenti e stipata
all’inverosimile con decine di altri disgraziati, incappò nei trafficanti che
la ingannarono, violarono e derubarono della sua identità, di dignità legalità
e libertà, lasciandola mezza morta…”
Suor Eugenia è un bell’esempio di
chiesa della misericordia come vuole papa Francesco. Vive alla luce del Vangelo
della Misericordia che non giudica e non condanna, ma che capisce il dramma di
queste donne, si china sulle loro ferite, le accoglie nelle proprie case, che
sono diventate le nuove locande, si prende cura e ne paga il prezzo, proprio
come il Samaritano. L’amore e la compassione non sono un sentimento vago, ma
significano prendersi cura dell’altro fino a pagare di persona… “Amerai il tuo
prossimo come te stesso”: ecco il nostro comandamento.
Purtroppo ci fa sapere la suora
che la maggior parte di queste donne è ridotta in schiavitù per uso e consumo
di milioni di clienti, europei. Molti di
questi sono cattolici. Dice anche che trova difficoltà a trovare aiuto e
sostegno nell’ istituzione ecclesiali, nelle Parrocchie, che hanno un ruolo
specifico nell’aiutare e informare i fedeli sulla tratta di esseri umani.
La donna è diventata solo una
merce che si può comperare, consumare per poi liberarsene come un qualsiasi
oggetto “usa e getta”. Troppo spesso la donna è considerata solo per la
bellezza e l’aspetto esterno del suo corpo e non invece per la ricchezza dei
suoi valori veri di intelligenza e di bellezza interiore per la sua capacità di
accoglienza, intuizione, donazione e servizio, per la sua genialità nel
trasmettere l’amore, la pace e l’armonia, nonché nel dare e far crescere la
vita. Il suo vero successo e il suo avvenire non possono essere basati
sul denaro, sulla carriera o sui privilegi dei potenti, ma deve essere fondato
sulle sue capacità umane, sulla sua bellezza interiore e sul suo senso di
responsabilità.
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