07 Ago I poveri, sempre più soli
Pensaci Su…
2016-12-07 10:37:30
Quanti poveri! C’ è un popolo di miseri: vecchi soli, ammalati, pazzi, tossicomani, stranieri disperati nei dormitori,
Quanti poveri! C’è un popolo di miseri:
vecchi soli, ammalati, pazzi, tossicomani, stranieri disperati nei dormitori,
sui marciapiedi delle nostre città. Basterebbe inciampare nella loro miseria
per fermarsi, accorgersi. Non basta che inciampino alcuni preti e religiosi, ed
alcune persone sensibili. Tutti dobbiamo fermarci e guardare al nuovo
lazzaretto di questo millennio.
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Alcuni sono rimasti soli con i loro poveri,
mentre gli schieramenti politici normalmente sanno solo parlare dei poveri sino
alla nausea. Vale ancora il consiglio
evangelico: “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e chi ha da mangiare
faccia altrettanto”. L’impressione è che
chi ha due tuniche s’impossessi anche della terza, quarta …
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I poveri non accettano che la loro povertà
sia beffeggiata dallo spettacolo degli epuloni che sperperano e gozzovigliano
ovunque. Non tollerano lo sfarzo della ricchezza, l’ostentazione del lusso,
l’arroganza di chi scialacqua soldi in gozzoviglie e crapule. I poveri non si
rassegnano a non avere una casa, un letto e un pezzo di pane per sfamare i loro
piccoli. Il loro grido di miseria è continuo, spezza il cuore, sale fino a Dio.
Lui lo ascolta…
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I
poveri non si rassegnano a vivere nella miseria, nel più squallido abbandono,
quasi che la loro indigenza fosse una colpa, un marchio indelebile da portare
sulla loro pelle. Si ribellano, affidano le loro vite a un barcone e si
presentano nelle nostre piazze di giorno e di notte si riparano negli androni,
negli scantinati per salvare loro stessi e i figli.
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I poveri osservano i ricchi e nella loro
mente accresce sofferenza e ribellione. Non tollerano questa grave ingiustizia! Non dimenticherò mai ciò che mi disse una
mamma senegalese con tre bambini attaccati al suo lunghissimo grembiule:
“Potessero almeno mangiare questa sera i mie figli”.
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Ricordo anche ciò che mi
raccontò poco tempo fa un ragazzo di nove anni: “Siamo così poveri che a Natale
mio padre è uscito di casa, fece un rumore come se avesse sparato un colpo di
pistola, poi rientrò in casa dicendo: “Mi dispiace, cari ragazzi, ma Babbo
Natale si è suicidato”.
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