Il buio dentro o pessimismo

Il buio dentro o pessimismo

Sofia, quarantadue anni, mamma di due figli, al termine di un trattamento psicoterapeutico
si sofferma a riflettere sul “buco nero” che per cinque anni ha preso residenza nella sua
mente: parla di pessimismo, di angosce e dell’avvenuta catarsi, lei la chiama scommessa
pattuita con se stessa. Ecco la sintesi di alcune sue affermazioni.


Occorre fare una riflessione sulle persone pessimiste che di fronte all’esito incerto degli
eventi, siano essi esterni o interni, ossia riguardino le loro scelte e comportamenti,
tendono a vedere tutto nero, a tal punto che ogni attesa non potrà che andare nel peggiore
dei modi possibili. Non sognano a occhi aperti, anzi, tendenzialmente non sognano proprio
e quando si buttano in un progetto pensano sempre che abbia esiti negativi. Se poi le cose
vanno bene sono moderatamente contenti, se vanno male sono già preparati a subire le
conseguenze. I pessimisti quindi vivono nell’incertezza e sfiducia che compromettono la
stessa speranza. Può essere una strategia con cui si difendono dall’incertezza degli eventi
e dal pericolo del fallimento. Il più delle volte i pessimisti nascondono un malessere
interiore, “un buio dentro” che ha origine da una visione del presente negativa e del futuro
pessima.


Il pessimismo è la malattia del secolo, una grave epidemia che contagia giovani e adulti e
che porta a vedere il mondo non a colori, ma in bianco e nero. I pessimisti sono convinti di
avere contro un destino malvagio e crudele, che si diverte a tormentarli giorno dopo
giorno, impedendo loro di vivere una vita felice. E non solo il destino, ma proprio tutto il
mondo ce l’ha con loro, come se una segretissima congiura si fosse creata appositamente
per rovinare loro la vita. Sono quattro le tendenze dei pessimisti: pensano che le cose
negative siano permanenti, cioè durature e irrisolvibili; generalizzano le negatività e le
percepiscono come pervasive di tutta la vita; si considerano la causa della negatività e
cioè ne fanno una questione personale; ingigantiscono i problemi come più pesanti di
quanto siano in realtà.


Una parola va detta sulle angosce depressive che sono relative a una fase della vita in cui
le perdite affettive o i lutti non sono stati elaborati e hanno alterato l’equilibrio psicologico
di una persona così che i tratti depressivi sono diventati cronici e soni rimasti nel profondo
della psiche. Il pessimismo in questo caso è soprattutto motivo di svalutazione e
colpevolizzazione di se stessi, porta in noi una penosa situazione psicologica in cui non si
percepisce via d’uscita. Quando il pessimismo rivela aspetti profondi, pervasivi e dolorosi,
per combatterlo può essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia che aiuti a
recuperare la capacità di decidere della propria vita riconoscendoci capaci di affrontare i
problemi, liberandoci gradualmente da un malessere interiore che frena ogni decisione e
scelta.


Per favorire questo necessario cambiamento (senza ricorrere subito agli psicofarmaci che
servono solo nei casi gravi), possiamo mettere in campo alcune strategie di
comportamento efficaci. Del resto sono i comportamenti a mettere sotto controllo le
emozioni negative. Va assegnato un valore fondamentale alle attività percettive e
intellettive: operare manualmente, relazionare, immergersi nella natura, staccarsi dalle
situazioni negative, evitare i lamenti, affidarsi all’immaginazione positiva, frenare i giudizi,
sospendere momentaneamente l’eccessiva razionalità. Tutti questi suggerimenti servono
per togliere dalla nostra mente quel buio che non le permette di immaginare, sognare un
presente positivo e un futuro possibile.

Il pessimismo quindi si cura con il realismo. Non dobbiamo crogiolarci nel dolore, ma
reagire alla difficoltà, trovando gli appigli necessari per rialzarci. Non rimuginiamo giorni-
mesi-anni sugli errori commessi, sappiamo invece trarre insegnamento da ogni passo
falso per non commetterlo più in futuro. Affrontiamo, inoltre, gli imprevisti, perché
consapevoli che possono sempre tramutarsi in opportunità. Evitiamo di essere
ossessionati dal passato, ma godiamo del presente e nutriamo grandi aspettative per il
futuro. Il realismo non solo ci guarisce dal pessimismo, ma ci aiuta a vivere meglio,
migliora anche la forma fisica, rallenta lo sviluppo di alcune malattie, aumenta le difese
immunitarie e, si suppone da alcuni risultati scientifici, ci permette di vivere più a lungo.

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