03 Nov Il cammino dei genitori
Diventare genitori è un lungo cammino, fatto di salite e discese, accelerazioni e
rallentamenti; si trovano spesso curve improvvise che possono aprire sia imprevedibili
panorami mozzafiato che minacciosi dirupi. Si tratta di un cammino con una meta, ma
senza un arrivo. La meta è la crescita dei figli, la loro felicità e la loro realizzazione che
deve passare attraverso la loro graduale autonomia e indipendenza (che non significa
guadagnarsi da vivere da soli, bensì essere capaci di gestire se stessi e fare scelte
consapevoli). Ma non c’è un arrivo, perché la relazione con i figli non potrà mai cessare;
anche in età adulta l’affetto e la protezione dei genitori ci sono e si riattivano con la stessa
intensità dei primi anni.
Il sentiero della genitorialità
Per camminare sul sentiero della genitorialità occorre consapevolezza e speranza: la speranza verso l’avvenire e il divenire, la consapevolezza che ‘il camminare è più bello e più importante dell’arrivare’ (concetto caro a Rousseau e ad altri acuti pensatori). Come genitori amate il cammino per il cammino. Godetevi la strada che state percorrendo mentre tenete stretta la piccola mano di colui che cammina al vostro fianco, ascoltate le sue incredibili domande e i suoi ‘perché’, assumete anche la sua visione del mondo che è nuova e antica al tempo stesso. Lungo questa strada i pericoli non sono i dirupi o i briganti, ma sono la paura di ciò che verrà, i dubbi che bloccano davanti ai bivi, il desiderio di bruciare le tappe, a volte la devastante angoscia di non farcela o la voglia di scappare e di essere altrove.
La vera risorsa
In questo cammino la vera risorsa è il figlio, lui non ha fretta di arrivare, lui vive il suo tempo, vede i colori dove ci sono, ha paura del buio e di ciò che non può controllare. Sembra che abbia bisogno di tanto ma, in realtà, i suoi bisogni veri sono pochissimi; tutto il superfluo e l’inutile che lo circonda è frutto del condizionamento sociale. Per diventare genitori e camminare lungo questo sentiero dovete vedere nel figlio la guida; dal suo comportamento saprete se la strada e il ritmo del passo sono quelli giusti, sarà lui a dirvi l’ultima parola, perché è lui l’esperto di sé stesso. Voi siete solo guide della scalata verso la vetta.
Genitori, in parte, si nasce…
All’inizio della riflessione ho detto che genitori si diventa, anche se, in parte, si nasce. In che senso? Anche i genitori si sono sviluppati all’interno di una madre, ne sono usciti a fatica per precipitarsi a succhiarne il latte e l’amore; sono vissuti accanto a un padre. Gli stessi genitori sono diventati adulti perché qualcuno ha avuto pazienza, dedizione di accompagnarli per lunghi anni impegnativi. I genitori quindi con i figli ritrovano in sé quel “bambino” di ieri, quello che è ancora dentro di loro e che ora trova il modo di riemergere. Nel passaggio da figli a genitori vedono con occhi nuovi anche i loro genitori, e si trovano improvvisamente dalla stessa parte della riva; hanno così una straordinaria opportunità per riannodare con loro una relazione che stava allentando. Che bello! Si diventa genitori e nello stesso tempo si riconosce di essere figli…
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