24 Lug Il coraggio
La speranza ha come compagno inseparabile il coraggio. Basta ripassare il romanzo manzoniano dei I promessi sposi. Don Abbondio, il pavido prete manzoniano che trovò sulla sua strada i pericolosi banditi, diceva: “Uno il coraggio se non ce l’ha, non se lo può dare”. È un’apparente verità che sperimentiamo tutti i giorni, in particolare quando, dopo aver intrapreso un’iniziativa, alle prime difficoltà molliamo, con il dubbio di non farcela. Analizziamo insieme questa risorsa.
All’inizio di un’azione o scelta c’è entusiasmo, magari anche tanto, ma poi, a mano a mano che s’incontrano ostacoli, c’è chi si scoraggia e finisce per mollare. Qualcuno lo fa fin dalle prime difficoltà, vedendo il segno di un fallimento scontato: “Ecco, lo sapevo che avrei dovuto lasciar perdere!”. Altri reggono per un po’ ma poi si appellano ai fallimenti passati come impronta di un destino già scritto: “Tanto a me non capita che le cose vadano bene. Inutile proseguire”. Infine c’è chi si lascia impressionare dal momentaneo disorientamento: “Non ce la posso fare. Non ho le forze, non ne sono capace”. Saper vivere bene lo scoramento diventa dunque, oggi più che mai, un passo fondamentale per affrontare la complessità della vita.
Prima o poi la crisi, la difficoltà, l’imprevisto si stagliano sulla nostra strada e ci pongono delle domande, ci obbligano a rielaborare le strategie. Questo accade soprattutto in alcuni ambiti. Magari uno sul lavoro è un panzer indomito e coraggioso, e poi nella vita sentimentale trema di fronte a una piccola crisi. Al contrario, magari uno è un eroe invulnerabile dei sentimenti, e poi casca di fronte alla prima critica sul lavoro. Ognuno ha il proprio mosaico di coraggi e di scoramenti. Ho conosciuto persone capaci di affrontare una malattia grave, persone semplici, senza cultura, ma coraggiose e in possesso di tanta speranza. Altre invece scoraggiate, depresse, lamentose. In queste persone in cui c’è lo scoramento facile, bisogna porre rimedio, perché altrimenti lì la vita si blocca.
Don Abbondio diceva bene che se “uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare”. Il coraggio non è qualcosa di già pronto, di preconfezionato, ma è un’opzione che, di volta in volta, dev’essere creata e messa in atto su misura per le specifiche situazioni. Alla base di tutto, come sempre, dev’esserci la disponibilità a modificare l’immagine standard che abbiamo di noi stessi e a incontrare la vita nelle sue diverse forme o tempi difficili. Coraggio non è andare contro l’ostacolo, è osservarlo da un’angolazione diversa, e scoprire magari un passaggio segreto; a volte diventa l’innesco di un’evoluzione che, senza di esso, forse non si sarebbe mai raggiunta. Se siamo coraggiosi troviamo le diverse strategie per rialzarci, riproporci per approfondire e risolvere gli imprevisti e siamo persino attrezzati di resistenza, di speranza.
Se ci lasciamo abbattere, finiamo per perdere ciò a cui realmente teniamo. Un amore nei momenti di crisi esige coraggio per liberarlo dai dubbi, dalle menzogne e da quella patina di abitudine che lo esaurisce. Così pure una scelta lavorativa autonoma va raggiunta con quel pizzico di rischio che comporta, senza tentennare o anticipare fantasticando ostacoli, possibili insuccessi. Certamente occorre essere consapevoli delle reali risorse, senza dimenticarci che ogni scelta richiede fatica, rinunce e quel po’ di speranza presente nelle persone sagge e mature. Le persone coraggiose hanno buttato semi di speranza nel solco della storia che poi sono germogliati. Penso a tutti quelli che hanno lottato per la libertà, la giustizia, l’uguaglianza.
Alcune persone conservano nell’archivio della loro memoria il coraggio avuto nel passato. Ricordano infatti i periodi attivi e intraprendenti della loro giovinezza e le scelte coraggiose d’allora. Il passato è un ricordo utile a suggerirci come affrontare il presente con più forza e determinazione, nient’altro. I nostalgici del passato richiamano sempre le loro scelte coraggiose di ieri, come cimeli conservati nella loro memoria. Il coraggio del passato non serve al presente, il coraggio è una risorsa umana che entra in gioco ogni giorno per assicurare la riuscita nelle scelte importanti. Una mente giovane (anche se si è anziani) sa che ciò che conta è essere coraggiosi adesso. Del resto la nostra mente è impegnata a rapportarsi all’attimo fuggente con tenacia e forza se vuole esserci, valere, insomma vivere. Il coraggio del passato dovrebbe essere solo di supporto a quello del presente. La stessa società tende a onorare, i coraggiosi di ieri e ignorare quelli di oggi.
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