IL GIOCO AL MASSACRO, “LA BALENA BLU”

IL GIOCO AL MASSACRO, “LA BALENA BLU”

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2017-07-27 07:59:17

Nato in Russia come un gioco, o forse come un’operazione di pubblicità

Nato in Russia come un gioco, o forse come  un’operazione di  pubblicità occulta di una casa , la balena
blu, ora sta contagiando diversi paesi europei. 

In
che cosa consiste questo gioco?

E’ un gioco terribile che, dopo 50 giorni di prove sempre
più perverse, porterebbe al suicidio 
ragazzi e ragazze dai 9 ai 17 anni.

Come funziona questo gioco?

Il “gioco” a cui si partecipa attraverso
internet, prevede una serie di prove da superare che
vengono assegnate da un “tutor”: si comincia da piccoli tagli sul proprio
corpo, fino all’automutilazione. L’iniziazione si serve anche dalla visione di
film horror, corse notturne, il salto  da
un edificio altro, buttarsi nel vuoto e perdere la propria vita,  facendosi filmare da qualcuno.
 


Quali sono le regole del “gioco”?

Il gioco prevede  che dopo ogni “sfida” siano su
internet cancellate foto o altre prove per procedere al  passaggio allo stadio successivo. Inoltre,
l’appartenenza a questo gioco deve essere segreta. Il dialogo avviene solo tra
“tutor e giocatore”. Il tutor seduce e guida il giocatore nei gesti auto lesivi
che deve procurarsi. Il  tutor per
portare al suicidio il giocatore gli 
invia video satanici, suicidi, morti violente in modo da condizionare le
sua  mente.
 


Chi
sono le vittime di questo gioco?

Certamente tra le vittime di questo gioco al
massacro ci sono ragazzi e ragazze fragili, senza un sufficiente controllo
interiore.  Sembra  che siano raggiunti questi soggetti deboli
attraverso Facebook , prima si chiede loro l’amicizia e poi si passa alla
seduzione e quindi ad una sudditanza esecutiva dei comandi del “tutor”. Un vero
esproprio psicologico.

Quali sono le cause?

Il problema principale risiede nel modo in
cui, oggi, i ragazzi e le ragazze vedono il loro futuro. La società continua a
mandare dei
messaggi negativi alle nuove
generazioni.  Se non c’è un futuro
possibile per loro, l’adozione di comportamenti distruttivi
 è molto facile.

Come mai il successo di questo gioco?

Per spiegare il
successo  di questo “gioco”,
bisogna partire da un assunto: si può dire che internet sia un grande
amplificatore, ma non è il problema: alla radice di questi comportamenti c’è
quello che la società comunica. Se la vita non ha senso, allora
la si può anche mettere in pericolo.
 Così pure fa breccia la spettacolarizzazione presente in queste manifestazioni.
Nello scegliere di morire così, i ragazzi ricercano un modo per rimanere immortali, per essere finalmente celebrati e riconosciuti. Non a caso, i
ragazzi che si suicidano vengono chiamati “eroi” dalla comunità
online che li segue.

I genitori e gli educatori, come devono
intervenire?


Gli adulti devono monitorare
alcuni comportamenti  dei ragazzi e delle
ragazze che possono indicare il disagio interiore, ad esempio: un cambiamento
radicale di umore, il rifiuto di frequentare gli amici, di uscire fuori di casa
o di andare a scuola, una passività in tutto. Vale la pena tenere sotto
controllo  le braccia e il corpo del
ragazzo e della ragazza, per verificare se ci sono tagli, ematomi, disegni
strani incisi nella pelle. Quando si parla di relazioni con i figli,
soprattutto adolescenti, la chiave per capire se ci sia qualcosa che non
va è costruire un valido dialogo in cui prevale l’ascolto.

Cosa
occorre chiedere ai ragazzi e ragazze? 

Ai giovanissimi  è bene che si chieda spesso come stanno
interiormente. Verificare, inoltre, la loro  vita reale e anche  quella virtuale per  intervenire nel caso ci fosse bisogno. Nel
caso dei giovanissimi,  è di fondamentale
importanza accompagnarli nell’uso responsabile di internet. Attenti soprattutto
ai telefonini che si prestano a questo orribile gioco. Importante  è anche insistere con i giovanissimi sul tema
della speranza, trasmettendo
loro la passione per la vita. Gridare nella loro anima le parole di madre
Teresa di Calcutta: “La vita è la vita, amala!”.

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