07 Ago IL PERDONO UN SENTIMENTO DIFFICILE
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2019-07-11 10:57:17
Il perdono è un sentimento importante che si apprende dapprima in famiglia
IL PERDONO,
UN SENTIMENTO DIFFICILE
Il perdono è
un sentimento importante che si apprende dapprima in famiglia e viene poi
esteso nei rapporti sociali. Fa parte dell’educazione umana, morale e
spirituale. Quali sono gli ostacoli e
come educarci al perdono? Impedisce il perdono quell’incapacità di
riconoscere le nostre fragilità e colpe. L’illusione del sentirci perfetti,
riusciti in tutto, ci rende insofferenti e censori delle debolezze altrui. Se
il male è solo negli altri, il perdono è un atto di clemenza, di magnanimità
concesso solamente in circostanze di convenienza in cui si vuole aumentare la
propria onnipotenza e il proprio prestigio. Portata all’eccesso, tale tendenza
procura in noi un accentuato distacco dagli altri, visti come diversi, limitati,
compromessi nelle più assurde meschinità.
La aggressività interiore
Frena il
perdono quell’inconscia aggressività interiore che tende a uscire, a
trovare sfogo. La difficoltà a perdonare evidenzia, al di là dei nostri
propositi e illusioni di perfezione, che c’è in noi un istinto di violenza.
Viene meno, quindi, il mito dell’Io tutto buono che ama il prossimo e scopriamo
l’Io cattivo, ostile, propenso al male.
Il perdono limita questo Io cattivo essendo un sentimento di non
violenza. Perdonare, infatti, è controllare le spinte istintive, è abbandonare
i sentimenti di vendetta.
La voglia di dominare
Ci fa lenti
al perdono la voglia di dominare, di avere il sopravvento sugli altri,
specie se sbagliano. E’ un altro limite della nostra psiche che ci rende
difficile il perdono. Tale spinta ci mette in condizione di controllare, di
decidere, di manipolare gli altri e di sentirci un po’ onnipotenti e ciò ci
soddisfa assai. Il perdono, invece, non ci gratifica per niente: è
un’esperienza che annulla il potere e il dominio. Il perdono, in un certo
senso, è servire l’altro, attendere alla sua crescita.
Ostacoli al perdono
IL
risentimento per l’offesa subita. Se siamo toccati nella stima, nell’orgoglio, spesso
non riusciamo ad elaborare e a prendere coscienza dell’affronto ricevuto,
specialmente se la valutazione che abbiamo di noi stessi è ancora instabile o
dipendente dalle considerazioni esterne. Anzi, proviamo maggior risentimento o
indignazione, se veniamo toccati proprio in quegli aspetti del nostro
comportamento che riteniamo più significativi e basilari per la nostra stima.
Se ci sentiamo profondamente offesi è difficile perdonare. L’offesa rimane come
una ferita alla propria immagine e dà origine a forti suscettibilità e
ribellioni. E’ come se ci venisse meno quel concetto positivo del proprio sé
che teniamo come reliquia preziosa.
Non è così.
Nessuno può
toglierci ciò che possediamo come valore autentico, nessuno con le offese può
compromettere quel grado di maturità raggiunta. Sta proprio nella capacità di
liberarci dai risentimenti la prova dell’autostima costruita attraverso
esperienze autentiche e forti.
Il perdono
esce da un cuore ricco di valori che non conoscono il turbine dell’offesa delle
denigrazioni esterne.
I doni del perdono
Il perdono è un gesto d’amore: ci fa riconoscere nell’altro la
sua dignità, la possibilità di rialzarsi.
Il perdono è un gesto di umiltà: ci permette di riconoscere i nostri
errori.
Il perdono è un gesto di riconciliazione con Dio e con
gli altri: Come Dio
perdona ci rimette i “debiti” anche noi rimettiamo gli sbagli degli altri.
Il perdono è
un gesto di libertà: ci purifica dai risentimenti (odio, maldicenza).
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