07 Ago La dignità: valore intoccabile
Pensaci Su…
2018-03-21 18:02:56
(Tratto dal libro di don Chino Pezzoli: Tracce di Moralità’)
Lo spirito
del nostro tempo è orientato alla dignità, come un tempo lo fu alla libertà,
all’uguaglianza davanti alla legge, alla giustizia sociale. Molti si ispirano,
o almeno dicono di farlo, alla dignità degli esseri umani, soprattutto dopo lo
scempio che hanno fatto i regimi totalitari del secolo scorso. Tutto bene,
allora? Finalmente una concezione dell’essere umano in cui si esprime un valore
sul quale tutti non possiamo che concordare? Un pilastro sul quale un mondo
nuovo può essere costruito? Cerco di dare una riposta a voi ragazzi e ragazze,
lasciando da parte le buone intenzioni e le illusioni. Se ben ricordo, le leggi
e le costituzioni di diversi Stati ribadiscono la dignità umana “intoccabile”.
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo riconosce la dignità di tutte
le persone come fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel
mondo. Sulla scia di questa convinzione, non esiste una dichiarazione che non
renda omaggio alla dignità umana o una trattazione di temi etici e giuridici in
cui la dignità non assuma un significato fondamentale. L’appello alla dignità
sembra, dunque, l’argomento basilare, decisivo, in tutte le questioni controverse
in cui è in gioco l’immagine dell’essere umano, del suo valore.
Non bastano le dichiarazioni
Mi sono
sempre posto una domanda: il fatto che un concetto sia tanto usato e
soprattutto mai contestato, è un segno di forza del concetto stesso? Penso di
no, credo invece che sia indice di debolezza. Si tratta di un concetto astratto fatto di parole che attestano un valore,
il più delle volte, inesistente nella realtà sociale. Alle parole si possono
assegnare contenuti morali e ideologici diversi. Questo vale per la parola
libertà: libertà da che cosa? Per la parola uguaglianza: rispetto a chi e in
che cosa? Per la parola giustizia: verso chi e come? Per la dignità è lo stesso: l’uomo è degno di
che cosa? Questi principi etici, ragazzi e ragazze, quanto più sono celebrati,
tanto più si svuotano. Più volte avete sentito parlare di libertà, uguaglianza,
giustizia: principi spesso privi di contenuti. Queste parole racchiudono tanti
significati e, per questo, hanno colpito l’immaginazione di molte persone in
modi diversi. Penso alla libertà: alcuni l’hanno capita come facilità di
liberarsi di coloro ai quali avessero attribuito poteri tirannici, altri come
facoltà di eleggere coloro ai quali dovessero obbedire, altri ancora come
diritto di portare le armi e di esercitare la violenza, altri, infine, come
scelta di essere governati da uomini inetti e pericolosi. Allo stesso modo la
dignità è confusa con la nobiltà di pochi potenti.
Le ambiguità di oggi
Quello che
deve mettere in guardia voi giovani è la superficialità, che vi allontana da un
mondo, dal vostro mondo, in cui la dignità umana è calpesta, distrutta. Vi
soffermate davanti alle sconvolgenti immagini dei due reporter legati,
inginocchiati, tenuti diritti dal boia ricoperto dalla tunica nera, da cui
appaiono solo occhi senza volto e mano armata del coltello, pronta allo
sgozzamento? So che cosa pensate, mentre richiamo la vostra attenzione su fatti
tragici che degradano gli assassini e che terrorizzano la gente comune. Pensate
che sono fatti criminali consumati in contesti di guerra, di rivalità religiose
e politiche. Voglio solo far presente che le persone incappucciate o
appartenenti all’Isis, sono anche giovani europei. L’assassinio di individui
innocenti per questi incappucciati è dovuto, fa parte di quella guerra
psicologica messa in atto per generare terrore. La guerra psicologica si avvale
della violazione della dignità? Certamente. Un fatto che deve provocare il
risveglio delle coscienze. (Tratto dal libro di don Chino Pezzoli: Tracce di
Moralità”).
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