28 Mag La mente, un guazzabuglio
Gaia, una ragazza ventinovenne laureata in filosofia, mi scrive: “Sono una persona debole,
non riesco a uscire dai miei problemi. Ho cercato con tutte le mie forze, ho riflettuto a
lungo, ho indagato sulle possibili cause, ma niente. Ho paura delle malattie, degli
imprevisti, della morte, insomma del futuro che mi si presenta sempre con ombre e poche
luci. Mi ritornano spesso i ricordi negativi del passato”. La mente ritorna al passato e corre
verso il futuro ancora inesistente. Così Gaia tratta i suoi problemi come se fossero un
“virus” in circolazione o che presto lo sarà. Le rispondo con alcuni pensieri senza avere la
pretesa di anestetizzare il suo futuro.
Una caratteristica comune a tutti i malesseri psicologici può essere individuata nella
modalità di collocarci nel tempo. Chi soffre spesso lascia che la sua mente sia fuori dal
tempo, o meglio da quell’unica dimensione temporale realmente percepibile e nella quale
sarebbe bene essere “collocati”: il presente. Il nostro corpo biologicamente vive nel
presente. Non a caso le più comuni forme di sofferenza emotiva le viviamo ora e dove
siamo. Anche i ricordi passati dolorosi si rivivono nel presente. Occorre quindi che il
presente sia vissuto attivamente, altrimenti la mente ci porta nel passato e fa riemergere
lutti, abbandoni o ci colloca nel futuro con tante paure e incertezze.
La prima tecnica per stare nel presente consiste nell’attivare i sensi del nostro corpo e
metterli in funzione: occhi, tatto, vista, udito, olfatto. Sono recettori formidabili da attivare,
per essere immersi nel qui e ora, consapevoli di ciò che avviene nel momento in cui
avviene. Un primo passo per rompere la gabbia dello sguardo rivolto all’indietro… o troppo
in avanti!
Un’altra tecnica che rivela la presenza del corpo nel presente è l’ergoterapia, ossia la
percezione del ciò che facciamo, della realtà che trasformiamo. Il mondo esterno delle
cose in cui noi ci immergiamo per trasformarlo ci ferma la testa nel presente.
Le tecniche non bastano, se non purifichiamo la mente. La convinzione comune è che se
nel passato le cose ci sono andate in un certo modo, allora sarà così anche nel presente e
nel futuro. L’errore che commettiamo è credere che ciò che eravamo… siamo e saremo.
Ma non è così! Vivere aggrappandosi solo al tempo dell’orologio non ci aiuta ad avere
tutte le energie necessarie per vivere il presente, ma è come portarsi un macigno sulle
spalle che ci appesantisce. “Vivere nell’adesso” significa stare con la mente nel presente,
imparando ad ascoltare e conoscere il proprio corpo per quello che ci sta dicendo ora. Le
cose stanno accadendo in questo momento: proprio ora ho male a una spalla, ho il ciclo
mestruale, sono triste…
Se una cosa, un fatto, un lavoro si svolge adesso, vuol dire che è ora, in questo momento,
che dobbiamo applicare le nostre funzioni psicofisiche, quindi non lasciarci distrarre dai
ricordi del passato, spesso inquietanti e forieri di malessere. Pure il futuro può portare più
ombre che luci, non serve friggerci il cervello con domande senza risposte. La vita va
vissuta intensamente nel presente, in ogni evento, incontro, scelta. Solo in questo modo le
nostre energie interiori non sono erose o peggio impastate da ricordi dolorosi e nostalgici e
di attese pindariche positive e negative.
Per vivere nel presente, bisogna sapersi ascoltare, stare in silenzio con se stessi, senza
convinzioni e identità fittizie. Se riusciamo a vivere portando la mente solo nel presente,
come il corpo fa ogni giorno, allora avremo tutta l’energia necessaria per affrontare
qualunque disturbo venga a trovarci. Stare bene vuol dire dimorare nel presente, stare con
il proprio corpo, sospendere i pensieri che ci collocano in tempi e circostanze lontane o in
attese che illudono e poi deludono. È più semplice di quello che ci sembra: guardiamo solo
ciò che ci accade nel momento presente, osserviamolo senza cercare di cambiare le cose.
Eliminiamo tutto ciò che è di troppo e avremo l’energia che ci serve per stare bene e
vivere sereni.
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