07 Ago La tratta dei nuovi schiavi
L’opinione di Don Chino
2015-04-19 08:52:45
Su queste carrette sono presenti centinaia di clandestini che la Guardia Costiera ha subito soccorso e portato in Sicilia
Su queste carrette sono presenti centinaia di clandestini che la Guardia
Costiera ha subito soccorso e portato in Sicilia. Una delle motovedette è stata
però attaccata da scafisti armati di mitra che hanno obbligato i nostri marinai
a farsi ridare il barcone per riutilizzarlo. L’esodo dalla Libia è iniziato. Non
appena il maltempo e il mare grosso lasceranno spazio al sole e alla bonaccia
gli sbarchi si moltiplicheranno a dismisura riversando
sulle coste italiane decine di migliaia di disperati alla ricerca di uno spazio
per vivere.
il maltempo per riuscire a sbarcare in Italia. In molti non ce la fanno. La
maggior parte riescono a raggiungere le coste siciliane grazie all’intervento
della Marina Militare. Anche questa settimana il Centro nazionale di soccorso della Guardia
Costiera ha coordinato le operazioni di soccorso per trarre in salvo altri dodici
barconi carichi di persone
disperate, sofferenti alla ricerca di un futuro possibile.
sembra farsi sempre più drammatica. Tra gli immigrati sbarcati sulle nostre
coste ci sono bambini, donne e uomini spaventati per la violenza degli scafisti
che con molta violenza buttano in mare i clandestini per alleggerire
l’imbarcazione. I racconti di questi “nuovi schiavi” ci fanno rabbrividire.
Costretti a pagare gli scafisti fino a 1500 dollari per essere traghettati
sulle nostre coste, durante il viaggio subiscono umiliazioni, percosse e non di
rado vengono buttati in mare. Quanti morti! L’Europa sa quello che avviene
e tacitamente lascia che queste vite
umane siano mercificate, violentate e uccise. Siamo di fronte a una nuova
importazione di schiavi. La vita umana è divenuta una merce da buttare sulle
nostre coste o in mare.
e collaborazione. Richiesta che puntualmente è rimasta inascoltata. I
Paesi europei lasciano all’Italia l’accoglienza di queste vite umane con i
mezzi e le possibilità sempre più limitate. Un’invasione di poveri, di schiavi?
Sembra di sì. Fermiamoci e fissiamo lo sguardo sui bambini tra le braccia delle
loro mamme terrorizzate, assetate e affamate. Fermiamoci e osserviamo quei
cadaveri recuperati dal mare e facciamoci la domanda dello scrittore e poeta
Salvatore Quasimodo: “Sei ancora
quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con
le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco,
alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza
esatta persuasa allo sterminio,senza amore, senza Cristo”.
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