22 Nov Le domande importanti
Mi sono almeno una volta chiesto nella vita: «Chi sono? Perché vivo? Perché soffro? Dove vado?» Chi può dire di non essersi mai soffermato, perplesso e stupito, di fronte ai misteri della natura e della vita e di non aver cercato di capire il segreto dell’esistenza? L’uomo ha infatti dentro di sé l’esigenza innata di capire il significato della vita, perché è il solo degli esseri viventi ad avere la coscienza di esistere, il senso dell’io individuale e la facoltà di pensare e di porsi delle domande. Anche se per lungo tempo tale esigenza rimane inconscia e latente, tanto che non fa sentire la sua presenza, tuttavia essa è lì, come una forza potenziale, che prima o poi, esplode nella coscienza, e ci spinge inesorabilmente alla ricerca della Verità.
Non è facile, però, trovare la risposta a tutti gli interrogativi della vita, e ci sembra spesso proibita la conoscenza completa della realtà. Riusciamo solo fuggevolmente, e nei momenti di maggiore illuminazione, ad afferrare qualche frammento di verità, qualche barlume di luce, che presto ci sfugge, lasciandoci più incerti e dubbiosi di prima. Ed è per questo che molti studiosi e filosofi, attraverso i tempi, sono giunti ad affermare pessimisticamente che forse noi essere umani non potremo mai conoscere interamente la verità.
Ma se ciò fosse vero, perché dunque vi sarebbe dentro di noi questa profonda ed innata esigenza di sapere, questa sete di ricerca, questa ansia di Assoluto?
Perché giunti ad un certo punto della vita proviamo un senso di vuoto, d’insoddisfazione, d’infelicità, e sentiamo che la nostra esistenza è inutile, se non riusciamo a capire chi siamo e andiamo? Un essere senza origine e senza meta? Un viandante verso il “nulla eterno?
Ci deve esservi qualche cosa che trascende la nostra umanità, un “quid” misterioso ma reale e potente, una scintilla divina che fa sentire la sua presenza proprio con questa aspirazione a salire, a progredire, a conoscere l’Assoluto per realizzarsi nella sua pienezza. È vero che abbiamo in noi molti ostacoli e limitazioni che sembrano impedirci di venire in contatto con la verità, ma c’è anche in noi una spinta interiore irresistibile che ci spinge oltre tutto ciò che ci circonda e ci fa sperare.
È importante tenere sempre presente questo anelito dell’Assoluto, consapevoli solo di un breve segmento di tempo, ignari della causa che ci ha prodotti, inconsci della meta verso cui ci muoviamo. Vediamo solo un frammento minimo del grande quadro della vita, del sesso della stessa che, preso così separatamente, e non inserito nel tutto, appare privo di significato, oppure distorto dalle nostre erronee interpretazioni. Tutte le cose prese troppo da vicino e separate dal resto dell’intero, sembrano incomprensibili e si prestano a noi parziali, false.
Se, ad esempio, ci trovassimo dinanzi a un grande mosaico che rappresenta una figura umana, e volessimo esaminarlo molto da vicino, prendendo sotto la nostra osservazione solo una parte di esso, che cosa vedremo? Vedremo soltanto alcune pietruzze colorate, ma il quadro generale, la figura rappresentata dal quadro sarebbe sconosciuta. Possiamo quindi dire che, dal punto di vista umano, è la scala o i diversi aspetti di osservazione che creano il mosaico. Ogni volta che osserviamo solo una parte del tutto non conosciamo la realtà.
E così avviene nella ricerca della verità. Se ci sforziamo di capire un problema, una manifestazione qualsiasi della vita, esaminandola isolatamente, analiticamente, separandola da tutte le relazioni e collegamenti che sono ad essa connesse, non arriveremo mai ad una soluzione o interpretazione esatta della verità, ma sempre parziale, illusoria. Dobbiamo quindi cercare di acquisire la capacità di una visione totale, attraverso la capacità di sintesi, e andare oltre il particolare per scoprire l’universale, e tentare di inquadrare sempre ogni fenomeno, per quanto ci è possibile, in un tutto più grande. Questo non è facile, ma non impossibile, perché nella mente umana vi è la facoltà della sintesi, oltre a quella di analisi.
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