07 Ago UMILTA’ E IMPEGNO
Pensaci Su…
2019-05-16 07:57:05
Tratto dal libro di Don Chino Pezzoli ” Tracce di moralita’ ”
Umiltà e Impegno
La nostra
cultura, sempre più modellata sull’avere e sull’apparire, non riconosce la
forza dell’umiltà, ormai declassata e data in custodia a qualche anziano che
non ha ancora smesso di apprezzarne il valore. Il pensiero attuale ha
estromesso la forza dell’umiltà, ritenuta un limite per emergere, affermarsi.
Conta invece l’antagonista dell’umiltà, la superbia, che assicura il successo e
la visibilità.
Le
generazioni passate avevano scoperto l’umiltà nascosta nella terra, toccandola
con le mani, stringendo i mattoni, il legno, gli attrezzi duri del lavoro, il
pane. Gli uomini e le donne di allora si scoprivano umili, cioè “terra” e
dialogando con essa apprendevano il mestiere del vivere.
Semplicità e astuzia
Cari giovani,
siate umili e forti. Amate la bellezza, l’arte, la natura, la spiritualità, la
poesia, la letteratura, ma soprattutto il Vangelo. Gesù si presenta nelle
scritture “umile e mite di cuore” e
ci suggerisce di essere “semplici come le
colombe e astuti come i serpenti”, amanti dei piccoli, dei poveri, degli
emarginati. Esso affronta con forza i superbi scribi e farisei e li stigmatizza
con parole dure: “razza di vipere,
sepolcri imbiancati, coppe dorate all’esterno e piene di putridume dentro”.
Quanta fortezza in questo uomo venuto a predicare il Regno, la condivisione, la
carità! Quanta bellezza in noi e fuori
di noi se ci scopriamo umili, piccoli, ma forti perché abitati da un soffio di
eterno!
Un innesto importante
Non mi si
fraintenda, cari amici, non voglio, con questo innesto di Dio nella nostra
vita, penalizzare la ricchezza umana che si possiede. La persona è creatura di
Dio e porta in sé il suo soffio. Non deve però mai ignorare la forza e la
grazia che vengono da Dio e sorreggono la sua fragilità di creatura. Ma come?
Forse Dio sostituisce l’uomo? Dio ha rispetto della sua creatura e mai la
sostituisce, solo la eleva, potenzia i suoi talenti, le sue risorse umane. Dio
ci chiede solamente un atteggiamento umile, che ci fa desiderare il bisogno di
Lui.
Ci domanda di
sentirci sempre creature. La morte dovrebbe ridimensionare la nostra presunta
grandezza, ma la nostra stupida superficialità rimuove questo esproprio. Leggete
attentamente, cari amici, la parabola del ricco stolto. “La
campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé:
Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così:
demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto
il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione
molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio
gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello
che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non
arricchisce davanti a Dio”.
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