06 Dic Vivere di ricordi
I ricordi non sempre sono positivi, a volte sono come onde impetuose, capricciose e
imprevedibili che ci buttano addosso il passato. Siamo tutti in balia di queste onde, esse
sono le nostre radici e ci dicono chi siamo. Sono immagini del passato presenti nella
nostra memoria, prodotte dalle nostre azioni e esperienze. Si ripresentano alla nostra
mente all’improvviso. Spesso rimaniamo fermi, bloccati su alcuni ricordi al punto di
regredire nel pensiero e sentimenti.
Certi ricordi riportano la mente nel passato e lo allontanano dalla realtà e dalla
responsabilità. La mente invasa dai ricordi si logora, va in depressione, ossia esaurisce le
sue energie interiori. Il problema non sono i ricordi ma la nostra mente fragile. Di solito
succede quando la mente manca di motivazioni o non ha problemi da affrontare. Certo,
aggrapparci al passato ci dà la sensazione di vivere, di compensare il vuoto mentale con
ricordi nostalgici che portano facilmente rimpianti. Inutili purtroppo!
Vivere solo di ricordi vuol dire limitarci, perché chi non gode del quotidiano non approfitta
del presente. La vita non consiste nel ricordare, bensì nell’agire. Non è andare indietro, ma
avanti. Non è essere prigionieri tra passato e futuro, come se il qui e ora non esistesse.
Ricordare è parte della vita e, spesso, è inevitabile. In un certo senso i ricordi ci legano a
quello che amiamo, a chi siamo e a quello che non vogliamo perdere, a quello che ci ha
segnato profondamente. Tuttavia, vivere di ricordi non è positivo. Ieri è il ricordo di oggi e
domani è il sogno del presente.
I ricordi ingannano perché molti sono modificati dalle trappole della memoria. La differenza
tra i falsi ricordi e quelli veri è la stessa che esiste tra i gioielli: quelli falsi sembrano più
veri, più brillanti. In un’intervista chiesero ad Albert Einstein che cosa faceva quando
aveva un’idea nuova. Lo scienziato rispose chiaro e tondo: “Quando ho un’idea nuova,
non la dimentico”. Nulla di più vero: quando qualcosa ci emoziona molto, è quasi
impossibile dimenticarlo. Serve però quella flessibilità mentale che ci permette di andare
oltre, di non fermarsi a ciò che ormai il tempo ha lasciato solo nella nostra memoria.
Ricordiamo soprattuttto quello che è capace di emozionarci perché attiva le aree e le
connessioni cerebrali necessarie a fissarlo nella mente. Il problema è che anche quello
che andrebbe dimenticato spesso resta registrato nella nostra mente. Nulla prolunga un
ricordo quanto il desiderio di perderlo. Di qui la necessità di allenare la mente per non
affondare in queste sabbie mobili. Gli psicologi ci avvertono che è necessario
depotenziare alcuni ricordi invasivi e conservare quelli utili come supporto al presente.
Si possono selezionare i ricordi? Il meccanismo della memoria è estremamente elaborato
e ci consente di recuperare solo quello che ci interessa. Dobbiamo vivere nel presente,
tuffarci in ogni onda, trovare la nostra eternità in ciascun momento. Gli stolti restano sull’
isola del passato, prendono la resisdenza, perdono pertanto opportunità di vivere l’attimo
presente e di desiderare il futuro come approdo su un’altra terra. I saggi no, i saggi sanno
da dove sono partiti e dove sono diretti. Ritornano al passato con alcuni ricordi, ma
soltanto per rafforzare la propria identità e continuano il cammino verso la meta.
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