Ciao Don Mario!

In ricordo di Don Mario Sozzi, uomo di fede, di servizio e di instancabile dedizione al prossimo. Don Mario ci ha lasciati venerdì 26 settembre 2025, dopo una lunga malattia affrontata con la serenità e la forza che hanno sempre contraddistinto la sua vita. Il giorno successivo, sabato 27 settembre, la comunità si è raccolta nella Chiesa di Santa Maria Immacolata di Origgio, suo paese natale, per l’ultimo saluto e per affidarlo alla pace eterna, nel cimitero cittadino dove ora riposa.
Cofondatore di Promozione Umana, Don Mario ha lasciato un’impronta profonda non solo nelle opere e nei progetti che ha contribuito a costruire, ma soprattutto nei cuori di chi ha incontrato. La sua vita è stata una testimonianza concreta del Vangelo, un cammino vissuto con umiltà, coraggio e una fiducia incrollabile nella dignità di ogni persona.
Celebriamo non soltanto la sua scomparsa, ma la traccia viva che ha lasciato: quella di un sacerdote capace di ascoltare, accogliere e accompagnare, di un uomo che ha saputo promuovere umanità, nel senso più pieno e autentico del termine. Di seguito i pensieri e le preghiere di chi gli è stato vicino e ha avuto l’onore di affiancarlo in tutti questi anni di Comunità, don Chino, don Massimo, don Giampiero, Elena Chiarion e dell’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini
Il ricordo di don Chino
A don Mario: riflessione durante i funerali
Non ho mai pensato di trovarmi davanti alla bara di don Mario, io pensavo di essere io al suo posto. La classifica delle partenze è solo di Dio. Una domanda mi faccio: quali sono i tratti di personalità di questo uomo che scelse di essere sacerdote. Eccone alcuni:
- SEMPLICE. Accanto a me per 30 anni, era sempre pronto pianificare i tanti e gravi problemi della devianza. Mi diceva alla sera di tante giornate difficili: “Vedrai che domattina troviamo la soluzione”.
- SERENO. I suoi occhi brillavano di pace, di buonumore. Anche nei 40 lunghi mesi di chemio e sofferenza. Mi diceva spesso: “I nostri ragazzi hanno bisogno del nostro sorriso e buonumore”. Ogni persona che incontrava assorbiva la sua voglia di vivere.
- BUONO. La sua bontà o carità non suonava la tromba. Il suo bene fatto nel silenzio gli faceva ripetere: “Non importa ricevere .riconoscenza di quello che facciamo, basta che lo sappia Dio”.
- ALTA SENSIBILITA’. Portava dentro di sé i suoi cari. Testimoniava una affettività profonda verso i genitori Giovanna e Davide e la sorella Laura, i nipoti Davide e Elisabetta e la folla degli otto pronipotini che mi ricordava di continuo per nome. Queste presenze arricchivano la sua mente e caricavano il suo cuore di umanità. Mi diceva anche ultimamente: “Io quando vado a Biella ricevo attenzione, gioia, affetto.
- AMANTE DELL’UNITA’. Desiderava che le persone che operano nella Comunità Promozione Umana fossero unite, collaboranti. Tantissime volte ha detto e ripetuto a tutti gli operatori della nostra Opera: “Cerchiamo di essere uniti e collaboranti e voliamoci bene”
- FEDE. Una fede che attingeva dalla parola di Dio. Spesso trovavo don Mario immerso nella lettura del vangelo. All’ospedale quando ha avuto l’esito delle sue ultime analisi che annunciavano la sua morte, mi ha indicato il crocefisso appoggiato nell’angolo della finestra, sussurrando: “Affido a lui la mia vita”. E poi nei giorni successivi ha testimoniato quella speranza che non delude: la vita eterna.
Questi tratti di una persona che porto e portiamo nell’anima li riassumo nelle parole dello scrittore Dietrich Bonhoeffer che don Mario amava molto.
Assenza
Non c’è nulla che sostituisce l’assenza di una persona cara. Più bello e pieno è il ricordo, più difficile è la separazione, ma la gratitudine regala nel dolore, una gioia tranquilla. Si indossa la bellezza del passato come un dono prezioso in sé.
Grazie don Mario ci mancherai. Ti ho chiesto negli scorsi giorni di starci sempre vicino e di aiutare con la grazia del buon Dio la nostra Comunità nei momenti difficili. Mi hai risposto con un sorriso.
Don Chino Pezzoli
Il pensiero di don Massimo
Aiutami Signore,
ad essere per tutti un amico
che attende senza stancarsi,
che ascolta senza fatica,
che accoglie con bontà,
che da con amore.
Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno.
Aiutami ad essere una presenza sicura
a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera,
ad offrire questa amicizia riposante che arricchisce con Te e per Te,
ad irradiare una pace gioiosa,
la Tua Pace o Signore;
sempre disponibile ed accogliente.
Il Tuo pensiero non mi abbandoni,
per rimanere sempre nella Tua Verità e non venire meno alla Tua Legge.
Così, senza compiere opere straordinarie, senza vanagloria,
io possa aiutare gli altri a sentirti più vicino,
perché la mia anima Ti accoglie ad ogni istante.
Amen
Don Mario scrive queste parole il giorno della sua ordinazione sacerdotale,44 anni fa. Sono parole profetiche che definiscono quello che don Mario avrebbe voluto realizzare nella sua vita.
Ci sono riuscito? Chiede mentre è all’hospice la domenica prima del suo ritorno al Padre. Ci sono riuscito ad essere quello che avrei voluto essere? Si don Mario! Quelle parole sono diventate concretamente vere nel tuo essere uomo e prete in mezzo alle persone che hai incontrato prima a Nova Milanese e poi in comunità.
Sono diventate concrete perché tu hai imparato ad amare. Amare in maniera totale, amare in maniera vera. E hai imparato ad amare perché ti sei accorto della potenza del perdonare.
Si perdonare. Perché tu don Mario hai dovuto imparare a perdonare chi ti ha fatto male,
hai dovuto imparare a riaccogliere chi ti ha ferito profondamente: hai amato! Come ama il crocifisso, cosi tu hai amato.
Perdonando non hai giustificato la cattiveria, ma gli hai dato la possibilità di trasformarsi in altro. Non sempre questo è successo, ma sempre questo hai provato a far succedere.
Chi ama permette agli altri di sentirsi accolti e di sentire che anche per loro c’è possibilità di ritornare ad essere persone. Questo hai provato ad essere e a fare in comunità. Attraverso la verità che combatte la falsità e le bugie che creano solo confusione e che alimentano la cattiveria, hai provato a render responsabili le persone della bellezza del loro vivere.
Tu non sei mai stato cattivo, hai sempre cercato attraverso la tua naturalebontà di aiutare a sentire possibilità di bene. Grazie don Mario per questa costanza evangelica che hai messo in ogni tua parola e in ogni tuo gesto.
Don Massimo
Il pensiero di Don Giampiero
Desidero rivolgere un saluto a Don Mario attraverso le parole di una poesia che credo ci parli un po’ di lui, della sua vita, del suo stesso carattere, del suo stile che lo ha accompagnato in questi anni.
Scrive dunque Emily Dickinson:
Ogni vita converge verso qualche centro, dichiarato o taciuto. In ogni cuore umano esiste una meta che esso a malapena osa riconoscere, troppo bella per rischiare l’audacia di credervi.
Con grande cautela adorata, come un fragile cielo, irraggiungibile, come irraggiungibile dalla mano il manto dell’arcobaleno.
E tuttavia per la sua distanza, con ostinazione inseguita, come il paradiso della calma solerzia dei Santi. Mai raggiunta, è possibile, dalla scarsa avventurosità di una vita. Ma è proprio allora che l’eternità concede di provare, ancora.
Don Mario adesso ha definitivamente trovato questo centro, ha raggiunto la meta, che è il Signore Gesù nella vita eterna. Per questo possiamo chiedergli di aiutare anche noi, che ancora siamo in cammino, a continuare la ricerca, a inseguire con ostinazione quell’arcobaleno della bellezza, della bontà per poter dare senso alle cose, alle relazioni, alla vita intera. Nella fede in Gesù risorto possiamo rischiare l’audacia di provare, ancora.
Don Giampiero Guidetti
La preghiera di Mons. Mario Delpini
Desidero condividere la preghiera di suffragio e di riconoscenza di coloro che hanno conosciuto, stimato, amato don Mario Sozzi.
Nel suo ministero, prima nella parrocchia B.V. Assunta in Nova Milanese, poi nel carcere di Milano Opera, e poi, per molti anni nella Comunità Promozione Umana, ha vissuto una prossimità sollecita, paziente, sapiente per persone ferite dalla vita, dal male, da scelte sbagliate.
Con la sua mitezza sorridente ha collaborato con don Chino alla grande, faticosa, benedetta impresa di prendersi cura, in nome del Signore e della Chiesa, dell’umanità dell’uomo, in persone rovinate dalle dipendenze.
Ha vissuto quella carità accogliente, talora impotente, che semina un bagliore di speranza in persone e famiglie disperate.
Riceve ora la benedizione del Signore, dopo questi anni di malattia, con quelle parole del Vangelo così consolanti: quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli l’avete fatto a me.
Don Mario benedetto da Dio e da Dio consolato invochi benedizione e consolarismi per i suoi cari e per tutti coloro che ne piangono la morte.
Mons. Mario Delpini
Arcivescovo di Milano

Ricordo di Elena Chiarion
Prendo in prestito le parole a me care di David Maria Turoldo, un servo di dio, uno che come te ha lottato contro quel male che lo ha divorato ed ucciso.
Sì, don Mario, del mistero del dolore e della sofferenza si capisce più in silenzio che parlando,
facendo silenzio, perché solo così possiamo accettare il male intrecciato alla vita.
Credo che accettare il dolore sia una cosa eroica, perché il dolore è veramente disumano.
Disumano, don Mario, aver dovuto rinunciare al tuo sogno di tornare tra di noi, nella Comunità, fra i tuoi ragazzi e con noi per “fare”, come mi hai detto più volte “GRUPPO”. Ultimamente mi hai detto sovente, da sacerdote benedico voi laici… grazie per queste parole, balsamo su ogni durezza e su qualche lacrima…
Quanta sofferenza lasciare le mani della tua adorata sorella Laura, dei tuoi nipoti amati e dei tuoi dolcissimi nipotini…
Tutto questo, prima che essere un dramma dell’umano e di ogni uomo, sono convinta sia anche un dramma di DIO.
Io credo in un Dio che piange LE LACRIME DELL’UOMO, le tue, le mie, le nostre…e non servono
filosofie per trovarne il rimedio migliore, solo la partecipazione, la presenza amorosa, l’essere con chi soffre.
Mi mancheranno anche i nostri ultimi appuntamenti, don Mario, nei quali mi prendevi le mani, mi mancheranno le intime conversazioni che sussurravi perché veniva meno anche la voce…ed uscivo dalla tua stanza sempre più sola…sapevo che mi saresti profondamente mancato.
Così oggi, don Mario, la tua morte riempie di senso questo giorno perché da te, la Comunità intera e questa Comunità che ti accoglie, possa provare compassione e soffrire “CON” E “PER” ogni uomo e donna che prova il dolore e non sa dare il giusto valore alla sua vita.
Occorre avere il dono e la capacità di accettazione e pazienza, perché è nella pazienza che possiederemo le nostre vite e tu, don Mario, hai incarnato con umiltà splendida la pazienza.
Sei vita anche oggi per questa Comunità, esempio vivente di come si possa essere “beati nel
pianto” perché non ti ho mai sentito “male-dire” ciò che ti avrebbe strappato alla tua vita, né le ingiustizie subite…
Hai CO-ABITATO la morte, l’hai conosciuta e ci hai fatto fronte con immensa dignità e grandezza…
Anche quando ti mancavano le forze hai continuato a crescere relazioni intrise di LUCE e
SPERANZA, anche contro ogni speranza. Non dimenticherò mai tutto quanto hai sussurrato vicino al mio cuore.
Tu, don Mario, hai sofferto in modo degno e così restituisci dignità anche alle nostre quotidiane sofferenze.
Immagino le tue ultime parole con Maria, la madre che accoglie ogni figlio che muore nel suo
seno.
Forse, oltre tutte le nostre incongruenze, noi tutti abbiamo bisogno di sentirci amati così, fino alla fine.
Credo saremo ricordati solamente per quanto saremo stati capaci di amare. Il tuo è stato l’amore umile, quello del tepore, della delicatezza, della dolcezza, non quello prepotente e narcisistico.
Così la morte, con te don Mario, non sarà l’ultima parola…non vince mai la morte nel cuore di chi ama davvero…
E con la tua Comunità, ricordando il tuo sorriso, ti chiediamo di essere sempre capaci di cercare aiuto nelle nostre notti buie…
Tu, oh Dio, che conosci il terrore di morte,
Cristo, aiutaci ancora a credere e a vivere,
e pregare, a cantare tu aiutaci,
quando senza speranze umane
rimettiamo nel Padre lo Spirito.
…E con il ricordo dolce delle tue mani tra le mie ti ringrazio con profondo affetto.
Elena Chiarion