La prudenza è saggezza

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La prudenza nel pensiero umanistico è detta saggezza, una qualità propria dell’anima.
Essa dispone l’intelletto all’analisi accorta e circostanziata del mondo reale, ed esorta la ragione a vedere in ogni circostanza il vero bene nostro e degli altri, scegliendo i mezzi adeguati a realizzarlo. La prudenza è la “retta norma dell’azione” (S. Tommaso d’Aquino),
essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione.

Questa qualità umana è essenziale soprattutto per chi ha un ruolo educativo o un incarico nella vita pubblica e istituzionale. Non significa furbizia o calcolo, non è un gretto e piccolo interesse personale. La prudenza aiuta a valutare, a capire le situazioni in cui veniamo a trovarci e poi a decidere, scegliere per noi stessi, senza affidarci alle decisioni di altri.
È questa virtù che mette fine ai risentimenti: il rancore, la rabbia, l’invidia, la gelosia.

Come? Con il buon senso la persona prudente trova il modo per riprendere i rapporti
attraverso un incontro chiarificatore, un evento in cui le parti lese si ritrovano. Rimanere divisi non giova al nostro equilibrio. Il credente poi sa, glielo ha detto Gesù, che prima di accostarsi all’altare deve riconciliarsi con il fratello.

Se vogliamo essere persone prudenti e sagge, cerchiamo sempre le opportunità del
dialogo e della comprensione. La persona prudente guarda al passato anche se le
riserva ricordi negativi e, senza farsi imprigionare nella cella buia dei risentimenti, si
mette sempre in cammino per raggiungere coloro che si sono allontanati. È il navigatore dell’anima che ci indica la strada, la meta verso cui incamminarci. Il saggio perdona sempre.

Le persone prudenti sanno anche ascoltare sé stesse e gli altri. Danno suggerimenti
pertinenti a ogni situazione usando esperienza, affetto, semplicità. Sanno quando
parlare e quando tacere. Sanno che una parola inopportuna danneggerebbe la propria
e l’altrui vita. Non si pensi che si tratti di persone speciali, niente affatto. Tra queste ci
sono genitori, insegnanti, sacerdoti.

Son solito dire che spesso c’è divergenza tra i pensieri e i comportamenti. Se i nostri
pensieri sono retti, giusti e veri, pure i nostri comportamenti dovrebbero essere tali. Non basta essere prudenti nella nostra testa, bisogna esserlo anche nei fatti. C’è qualcosa che ci dice se siamo persone oneste, leali, altruiste o invece disoneste, opportuniste, squallide.
In che consiste? Sono le nostre azioni, i fatti, il bene o il male che, spesso
incoscientemente, facciamo. Un detto popolare afferma: “Dimmi come vivi che ti dirò chi sei”. Quanta sapienza. Da applicare però.