Prudenza al volante

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Il più grande ha 40 anni, il più giovane 15: la maggior parte tra i 20 e i 24 anni, tutti ritornavano da una serata passata in un locale. Soltanto negli ultimi tre fine settimana, sono 23 i giovani morti in incidenti stradali, le auto in cui viaggiavano spezzate in due, o accartocciate contro un guardrail; alta velocità nonostante la pioggia, conducenti ubriachi, drogati o passeggeri senza cinture di sicurezza le circostanze che fanno aumentare il numero delle vittime.

Spesso si ritiene che conoscere bene le tecniche di guida sia sufficiente per muoversi per strada in maniera sicura. Certamente ciò rappresenta una buona base ma il traffico odierno impone non solo di essere abili col proprio mezzo, ma anche di essere in possesso di una capacità di valutazione istantanea tale da permettere di capire e prevenire le situazioni di pericolo.

In pratica occorre essere abili a difendersi dagli altri sia anticipando le loro mosse sia anticipando loro le proprie intenzioni. Vedere l’auto che ci precede svoltare senza aver acceso la freccia oppure procedere diritta nonostante la freccia indichi l’intenzione di svoltare, per esempio, sono situazioni che ci colgono di sorpresa e possono essere potenzialmente pericolose.

L’aggettivo “difensiva” potrebbe lasciare immaginare che questo tipo di guida sia una risposta alla guida aggressiva di altri. Non è così, o quantomeno è riduttivo. Forse sarebbe meglio parlare di guida “prudente” che ha come fine la prevenzione delle situazioni di pericolo alla guida.

È quindi un modo di guidare responsabile che permette di correlarci in maniera costante con ciò che ci circonda, mantenendo alto il grado di attenzione/valutazione, per essere pronti a una risposta consapevolmente rapida. È da questo connubio che scaturisce il comportamento più opportuno per ogni circostanza. Non basta però tutto questo. Nessuno deve mettersi alla guida alterato, scompensato dall’alcol e droghe. Sono tante le vittime attive sotto effetto di sostanze stupefacenti e alcoliche, e tantissime le vittime passive, cioè le persone che perdano la vita per i killer drogati e ubriachi della strada.