Dal tempio alla strada: il grido silenzioso delle dipendenze

Rubrica_Coopertativa_Sociale_Promozione_Umana

Quando Don Chino Pezzoli incontra il primo tossicodipendente che ha accolto, sta celebrando messa.
Alza il calice, alza l’ostia, vede quel povero Cristo che gli sta davanti dietro l’Eucarestia che ha in mano. Non può restare dietro e sordo a quella parola incarnata che vede, non può restare indifferente a quella carne ferita che incontra.

Accoglie lui in casa sua e dopo di lui accoglie in “Promozione umana” (il nome che da alle sue comunità) più di 30.000 persone in 43 anni. Costruisce case per loro, 10 centri in Lombardia e 1 in Sardegna, che ad oggi accolgono circa 400 persone, ridà loro la dignità che ogni persona merita di avere, fa far loro la fatica del lavorare su di sé attraverso il lavoro manuale (orticoltura, allevamento di animali, produzione di formaggi, produzione di panettoni e pasticceria) e del raggiungere con tanta fatica l’obiettivo di tornare ad essere uomini e donne, semplicemente e immensamente uomini e donne.
Non resta indifferente al grido disperatamente silenzioso che la droga soffoca in gola alle persone che si innamorano di lei.
Ancora oggi a 89 anni ogni giorno incontra chi non ce la fa più a respirare il gusto della vita.

Comunita_Promozione_Umana

Chi termina il percorso e sente l’urgenza di ringraziare per la vita ritrovata, si mette a disposizione per incontrare e provare ad aiutare chi come lui aveva scordato la bellezza del vivere: resta in comunità e offre la sua esperienza per accogliere i poveri Cristi che arrivano.

Psicologi e educatori che lavorano nei nostri centri capiscono che non sono davanti a casi clinici da studiare, ma a persone che rendono il loro studio e il loro lavoro una risposta alla vocazione all’umano che è dentro di loro.

Noi preti che viviamo questo servizio proviamo a vivere la parabola del buon samaritano, vi spiego come.
Ogni giorno partiamo e torniamo al tempio, ogni giorno desideriamo mangiare l’Eucarestia per poter sfamare chi incontriamo.
Ma lungo il tragitto, dal tempio e verso il tempio, incontriamo persone.

Molte volte, moltissime, arriviamo tardi al tempio perché le persone richiedono ascolto, attenzione, tempo, perché anche loro hanno fame.
Se non vedessimo lungo la strada i poveri Cristi che sono li seduti, non potremmo tornare al tempio e se non ci accorgessimo di loro, significherebbe che al tempio abbiamo solo fatto cose e non incontrato Lui.

Dopo essere usciti torniamo li, sempre, ma senza essere stati li non potremmo uscire, mai.