Elaborare i lutti

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Con lutto si intende la perdita di una persona cara, importante nella nostra vita. Si dice che non si è mai preparati a perdere i genitori, i fratelli, le sorelle, il proprio partner. È vero, la nostra mente dà più retta ai desideri che alla realtà. Vorremmo che i nostri cari vivessero a lungo, ma non sempre è così. Quando leggo ai fedeli, durante la messa, la pericope evangelica: “State pronti, non conoscete né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo verrà”, m’accorgo che tocco un tasto dolente. Il lutto è un argomento che solitamente crea disagio e imbarazzo, perciò spesso risulta non gradito. Essendo tuttavia la morte parte integrante della vita, ritengo opportuno dare delle indicazioni per affrontare e superare un momento così difficile.

Prima di tutto bisogna tenere presente che la capacità di elaborare il lutto rappresenta una delle competenze di base per la costruzione del proprio benessere psicologico. Questa fa parte, infatti, della capacità più generale di tollerare e gestire il dolore mentale presente nel normale corso della vita.

La capacità di tollerare la perdita si basa sulla convinzione che la sofferenza e il dolore esistono e sono una componente della normalità. Se questo è vero, allora non occorre immediatamente eliminarli. È dall’accettazione di questo concetto che è possibile elaborare il lutto, ossia raggiungere un benessere psicologico nonostante il dolore, le perdite e le sofferenze.
Ci vuole tempo e quella necessaria saggezza che ci porta a considerare l’esistenza a tempo determinato.

Se il lutto riguarda una persona cara, focalizziamoci sulla perdita. Consideriamo l’età e le circostanze in cui il lutto avviene. Esso è sicuramente sempre doloroso, ma è diverso affrontare la morte di una persona anziana o di un giovane, di un figlio o un parente lontano, un fatto improvviso e inaspettato oppure la conseguenza di una lunga malattia. In ogni caso, quando la perdita avviene emergono tristezza, rabbia, paura, senso di colpa e rimorso. Ma ognuno le esprime a modo suo. C’è chi piange, chi non riesce a farlo, chi urla, chi ha bisogno di parlare della persona che è mancata, chi invece preferisce stare in
disparte. È importante che lo teniamo presente, perché sono tutte reazioni normali, che vanno accettate e rispettate.

La perdita di una persona cara è un evento di grande impatto, che sconvolge la nostra quotidianità. Il nostro corpo infatti può mandarci dei segnali di disagio come palpitazioni, un senso di disorientamento, nausea, vertigini, sensazioni continue di svenimenti, irritabilità, disturbi dell’apparato gastrointestinale. Questo riguarda sia il momento in cui si viene a conoscenza dell’evento, sia il periodo immediatamente successivo. La prudenza è consigliabile per evitare diagnosi psicologiche affrettate o ricorrere a farmaci ansiolitici che non fanno altro che procrastinare l’elaborazione di quanto accaduto. In questi casi la prudenza è consigliabile per evitare analisi psicologiche affrettate o ricorrere a psicofarmaci che non permettono di elaborare il lutto.

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Anche nei giorni seguenti si possono presentare sintomi come inappetenza, insonnia, incubi, difficoltà a concentrarsi nello studio o nel lavoro. Inoltre, la forte reazione emotiva conseguente la perdita può far emergere il cosiddetto pensiero controfattuale, che consiste nel credere che quella morte si sarebbe potuta evitare se, per esempio, gli interventi clinici fossero stati più tempestivi. In questi casi si cercano i colpevoli per quello che è successo. Penso proprio che tutto ciò non serva lenire il lutto, ma solo ad accentuarlo. In più, i pensieri riguardanti la perdita possono diventare intrusivi, ossessivi,
quindi presentarsi alla mente in modo involontario e ripetuto.

Come affrontare il lutto? È di fondamentale importanza riuscire a liberare tutte le emozioni che abbiamo in quel momento: far uscire la rabbia, la disperazione, la paura e via dicendo.
Solo in questo modo è possibile, pian piano, riconoscere la perdita subita e accoglierla dentro di noi, cioè farla vivere nella nostra mente e nel nostro cuore in modo adeguato. Al contrario, se le nostre emozioni vengono represse e inibite, andremo incontro a problemi e fatiche fisiche e mentali difficili da gestire e da comprendere e la persona perduta non
verrà ricordata in modo adeguato; la sua presenza-assenza risulterà un vero e proprio macigno che renderà le nostre giornate cupe, tristi, sterili. Il tempo aiuterà le nostre menti e i nostri cuori a risollevarsi, a patto di vivere il dolore della perdita e non di inibirlo.
Aggiungo, per i credenti, che la vita va oltre la vita, anche questa speranza ci aiuta.