Il boschetto della vergogna

Lettera aperta al Ministro Matteo Salvini
Mi sia permesso come educatore e prete che da circa quarant’anni opera nel recupero dei tossicodipendenti di rivolgermi al lei in qualità di Ministro degli Interi.
A Rogoredo ci vuole l’esercito subito che bonifichi questo ambiente di spaccio e di degrado umano e morale. Perché tollerare tanto degrado e mettere le famiglie e questi giovani e giovanissimi a rischio?
A Rogoredo si vedono ragazzi e ragazze di quindici, sedici anni sdraiati ai bordi del bosco, con i lividi sulle braccia e la siringa stretta nel pugno. Ragazze giovanissime che si prostituiscono per una dose, restano incinte e sono costrette ad abortire. Piccoli zombie che viaggiano in metropolitana dal Duomo alla periferia, in cerca di qualche spicciolo per acquistare una dose. Lo zoo di Milano, nel cuore pulsante della capitale morale d’Italia ormai arresa di fronte a un’emergenza che la riporta, tristemente, all’inizio degli anni Settanta, Ottanta, durante il boom dell’eroina. I dati non lasciano scampo: in Lombardia il fenomeno delle tossicodipendenze fra gli “under 18” è in continua crescita.
Solo nell’ultimo anno i minorenni presi in carico dai servizi ambulatoriali della Regione per la cura delle dipendenze sono stati 867. Più che raddoppiati rispetto a cinque anni prima. Ma si tratta ovviamente di un dato sottostimato: mancano all’appello tutti i ragazzi che sono ancora totalmente sconosciuti ai servizi sociali. Si dice che in Centro di Milano il disordine dello spaccio è diminuito. Grazie di cuore: si pulisce la città e gli scarti umani si scaricano in questa ormai famosa periferia. Il bosco della droga di Rogoredo sembra legalizzato, uno spazio di spaccio più grandi d’Italia, dove in un giorno arrivano fino a mille clienti. Le dosi di eroina vendute a prezzi stracciati fino a 4 euro a dose, richiamano ogni giorno giovani e giovanissimi da tutta Italia. Quando non bastano i soldi, la droga viene pagata con lo scambio merce più antico del mondo: la prostituzione. I politici, le forze dell’Ordine dove sono? E’ bene parlare di lavoro che manca, di tasse da diminuire, di cantieri da riaprire per iniziare o ultimare le Opere Pubbliche. Ma per quanto ancora si può far finta di non vedere o peggio di non intervenire su questo bosco della vergogna? I commissariati della città di Milano sono a conoscenza, ai loro uffici, sempre più spesso arrivano segnalazioni di minorenni scomparse e poi ritrovate seminude in stato confusionale ai bordi del bosco. Bastano cinque euro per usare sessualmente il corpo di una minore.
Caro Ministro, s’informi quanti sono quelli che vengono portati al Pronto Soccorso ospedaliero per overdose. La sera le mamme e i papà si avvicinano al boschetto della vergogna per cercare i loro figli: supplicano per avere notizie, piangono perché i loro figli rischiano la vita. Le ricordo che sono quindici i minuti che separano la stazione di Rogoredo da quella del Duomo, linea gialla. Ed è qui, a pochi passi dalla cattedrale e dalle vie del lusso, che ormai da alcuni anni c’è un piccolo esercito di pendolari del buco. Chiedono l’elemosina sui marciapiedi, si
inginocchiano persino per impietosire i passanti, e con i soldi che riescono a racimolare alla Stazione di Rogoredo, ritornano nel boschetto dello spaccio per comprarsi una, due dosi di cocaina, eroina e altro. Spesso, la droga viene tagliata con antidolorifici scaduti o con la stricnina, veleno per topi. Sempre più spesso, negli ospedali della città si registra un inquietante fenomeno: neonati figli di giovanissime mamme tossicodipendenti che rischiano la vita per aver assunto indirettamente sostanze stupefacenti. Si tratta di ragazze, infatti, che non hanno mai smesso di assumere stupefacenti. Mi si dica almeno perché questo degrado viene taciuto, tollerato? Non è mai successo in questi cinquant’anni di spaccio che si permetta che un’area periferica diventi famosa in tutto il Paese per il supermercato di droghe.
Normalizzare o legalizzare tacitamente uno spazio pubblico in cui si spaccia, s’infilano le siringhe nel braccio, si assiste al degrado della persona, non è reato? Qualcuno reagisce giustamente di fronte a un reato di concussione, perché tanta indifferenza verso chi danneggia la vita e la qualità della stessa? A nome anche di tanti ragazzi e adulti che lottano nelle nostre Comunità Terapeutiche per dire di sì alla vita, mi rivolgo a lei Ministro Salvini perché intervenga con una risposta concreta, un provvedimento immediato. Lo Zoo di Rogoredo non ammette più nessuna omertà o gioco di parole. Non ripeta anche lei le solite affermazioni che vogliano far credere che uno Zoo di tossici è un limite delle nostre società. Per chi di notte cerca il proprio figlio o figlia in questo “inferno”, non accetta questa risposta…