Il vuoto interiore

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Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato.

“VUOTO DENTRO”

“Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato.
Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci.
Non si chiude un abisso con l’aria”. (Emily Dickinson)

Quando ci si sente insoddisfatti e demotivati, “vuoti dentro”, è il momento di coltivare il proprio spazio interiore. Il sentimento di vuoto interiore è più comune di quanto si pensi. Molte persone vivono costantemente il disagio emotivo di percepire nel profondo una serie di “buchi neri” che toccano diverse aree personali e che portano, in maniera inevitabile, a sentirsi insoddisfatti di sé o della propria vita.

Il vuoto interiore è uno stato di profondo dolore, che accompagna le nostre giornate e che ci rende spenti, lontani da tutti e incapaci di reagire. Trovare le motivazioni che hanno portato a vivere questo momento non è semplice, poiché spesso si tratta di una sensazione d’origine offuscata e di un insieme di aspetti che abbiamo vissuto. Senza una presenza cosciente.

Il vuoto può essere generato da periodi di sovraffaticamento, dove la stanchezza fisica o la mancanza di sonno alimentano un pensiero negativo che non giova allo stato di benessere. Stress, demotivazione e rivalità di ogni genere, tolgono il tempo a se stessi, lo relegano in uno spazio talmente piccolo e rosicato da non essere percepito.

Allo stesso modo si prova questa sensazione in mancanza di obiettivi e di uno scopo che ci dia soddisfazione. Il vuoto interiore può essere una conseguenza negativa legata a tutti gli aspetti che riguardano l’autostima, il sentirsi all’altezza, il provare gelosia, invidia. Avvertire un venir meno dell’immagine, del successo, del potere in qualsiasi ambito.

Le perdite o gli allontanamenti improvvisi sono altrettanto momenti che toccano le corde più profonde di noi e ci costringono a confrontarci con noi stessi. Non di meno forieri del “vuoto” sono alcuni sentimenti perversi: la insensatezza nelle scelte, il culto dell’immagine, la noia di tutti e di tutto, l’odio per la vita, i nichilismo che annienta ogni valore immanente e
trascendente.

Come fare quindi per riuscire a “riempire” questi vuoti interiori? 

Per prima cosa è necessario coltivare uno spazio di ascolto interiore. La realtà è che questi vuoti percepiti non sono reali, tutto quello che ci serve è già presente dentro di noi per colmarci e per far svanire l’importanza assoluta del mondo esterno. Ognuno di noi contiene un mondo interno, un universo ed è importante dargli valore con forza, coraggio e determinazione.

E’ pure importante scuotersi dall’apatia che immobilizza ogni cosa.
Sforzarsi di recuperare le azioni quotidiane che ci fanno stare bene e coltivare le relazioni: quelle soddisfacenti, quelle arricchenti, quelle del cuore.
Dobbiamo riempire le nostre vita per sentire che esistiamo ancora. Fin quando è incrostata di superbia, orgoglio, prepotenza la vita muore interiormente.

Basta con quel fardello di negatività che agiscono in noi come anestesia al senso, alla speranza. Il vuoto interiore è come un cancro che si espande fino ad annullare tutte le motivazioni e sacrificare quella ricerca di risorse profonde che ci suggeriscono entusiasmo, voglia di sognare, anche nei momenti bui che la vita conosce.

Importante è non scoraggiarci e non perderci d’animo, sapendo che i “viaggi nell’anima” richiedono tempo, fatica per essere realizzati. Prima ancora d’intraprendere questi importanti “viaggi”, occorre evidenziare in noi questo “vuoto interiore” e percepire quindi la necessità di metterci in cammino.