Ragazzi siate sinceri

Ragazzi siate sinceri

Pensaci Su…
2018-02-21 20:57:30

(Tratto dal libro di don Chino Pezzoli “Tracce di Moralità”)

Alcuni
etimologi ipotizzano che la parola sincerità derivi dal latino “sine cera”,
ovvero “senza cera”. Si narra, infatti, che al tempo degli antichi romani, non
esisteva lo zucchero e dunque per dolcificare le bevande si usava il miele. Non
tutti gli apicoltori però erano onesti, e per ottenere più miele da vendere
spesso lo mischiavano con la cera delle api, rendendolo meno puro e di
conseguenza anche meno buono. La parola sincero, appunto, indica una persona “senza
cera”
ovvero una persona pura, autentica, non contraffatta che non usa
trucchi o imbrogli nel rapporto con gli altri. L’autenticità prima di tutto con
noi stessi nel dirci chi siamo e che cosa facciamo.
La persona sincera è
“nuda”, si presenta con la sua interiorità, rifiuta quei tocchi e ritocchi
espressivi e comportamentali camaleontici. E’ così com’è… Stefano un ragazzo di
diciassette anni mi chiese se la persona sincera piace agli amici? Agli amici
sinceri certamente.   

Il re nudo

 Ricordo il
titolo di una rivista degli anni ‘70 del secolo scorso con il titolo: “Il re
nudo”. Il titolo era significativo, voi ragazzi e ragazze, volevate comunicare
agli adulti che nascondevano sotto i paludamenti di ogni genere le loro
falsità, come era in atto da parte vostra uno spogliamento, un mettere a nudo
le loro ipocrisie. Non bastava però mettere a nudo questi “colossi dai piedi d’argilla”,
ci voleva qualcos’altro, lo sforzo per “vestirli” di autenticità perché si
presentassero a voi, ragazzi e ragazze, con un’immagine vera, attendibile. Non
so se ci siete riusciti, sono però convinto che quella “rivoluzione” è servita.  La denuncia d’allora delle falsità del mondo
adulto e la proposta del cambiamento fu un gesto di coraggio. Peccato che durò
qualche stagione soltanto.  Poi, come
niente fosse accaduto, si continuò a ostentare le apparenze, i trofei fasulli
che si accumulano nell’archivio della mente. E anche voi giovani d’allora, vi
siete adeguati, vi siete lasciati contagiare.

Il primato della sincerità

 In un’intervista condotta sui valori umani,
molti partecipanti hanno messo al primo posto la sincerità. Sembra,
infatti, che questa sia la qualità più valorizzata. Vogliamo, al nostro fianco,
persone sincere, leali, leggibili nei loro pensieri e comportamenti. La persona
falsa ci delude, ci fa soffrire, specie quando vive accanto a noi e con essa si
condividono scelte importanti. Penso spesso a voi ragazzi e ragazze che vivete
in famiglia accanto ai vostri genitori. Siete sinceri con i vostri genitori o
nascondete sistematicamente una vita immorale? Vivete anche in scuola, nei
luoghi di lavoro: siete veri, diretti con gli insegnanti e con i compagni?  Vi sentite dire da noi adulti che essere sinceri non è affatto una cosa
semplice e che tutti vorremmo essere tali. Ma voi giovani scorgete in noi
autenticità? O vi accorgete che la trave della falsità noi adulti la scorgiamo
solo nei vostri occhi, mentre nei nostri c’è la sola pagliuzza? Se così fosse,
ditecelo, ci serve.  

Il piccolo specchio

Ho un dubbio ragazzi e ragazze che mi porta a farvi una domanda:
apprezzate davvero la persona sincera, la ritenete un esempio di vita? Ho
qualche dubbio che non posso tacere. Se da una parte cercate in noi adulti
sincerità, leggibilità, dall’altra voi siete tifosi dei personaggi e meno delle
persone che conducono una vita retta, semplice. Sono tanti i personaggi dello
sport e spettacolo seguiti da un codazzo di giovani tifosi delle loro apparenze
e successo. Tutti veri?  Dubito! La
persona sincera è diversa, ama la sua piccola vita, dice quello che pensa e fa
quello che dice. Parla quanto è necessario per non contraddirsi, riflette
attentamente sulla sua autenticità. Porta con sé, come afferma  Peter Altenberg, un piccolo specchio: “Non mi sono mai aspettato di possedere il
grande specchio della verità sul mondo. Ho sognato di avere con me solo un
piccolo specchio da tasca, quello che una donna può trasportare nella sua
borsa, che riflette le piccole imperfezioni, e alcuni grandi bellezze, quando è
tenuto abbastanza vicino al cuore”. 
(Tratto
dal libro di don Chino Pezzoli “Tracce di Moralità”)

 

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