Il mulattiere

L’antico mestiere del Mulattiere che ogni giorno assieme ad animali intelligenti percorre ripidi sentieri hanno anticipato lo sviluppo delle reti stradali e per molto tempo sono stato il mezzo di comunicazione tra i paesi e la campagna con la lavorazione nel bosco portando la legna a valle.Il mulattiere era un mestiere particolare, legava l’uomo all’animale e alla natura. Il mulattiere prestava attenzione e cura verso il mulo, quest’ultimo era una risorsa e il sostentamento per la famiglia. Quando il mulo per svariati motivi veniva a mancare era un vero e proprio dramma!
L’animale veniva preparato con cura per il trasporto: si cercava di mettere la paglia ben mantenuta sotto la sella per evitare la formazione di piaghe da decubito sul dorso del mulo, il pelo era sempre ben curato strigliato e pulito quotidianamente, la criniera veniva accorciata, gli zoccoli venivano curati, si poneva un telo impermeabile arrotolato per coprirlo in caso di pioggia. A volte poteva succedere che la bestia si azzoppava o si feriva: era compito del mulattiere curarlo preparando una miscela di olio bollito e cenere di paglia, per cicatrizzare.
Se l’animale aveva un problema alle gengive e non poteva mangiare era premura pulirle con un legno appuntito, così che l’ infezione non creasse danno. Il problema vero e proprio nella pratica di questo mestiere era nel periodo invernale quando a causa della pioggia le strade erano difficili da percorrere a causa del fango, le bestie e gli uomini si affondavano fino al ginocchio.
Nelle balze più impervie, dove per trasportare la legna tagliata non si può giungere si usavano i muli. Questo animale, frutto dell’incrocio fra l’asino stallone e la cavalla, ibrido sterile, è leggendario per la forza e la capacità di sopportare i lavori gravosi che l’uomo gli affida fin dall’antichità. Il mulo è un’animale forte e intelligente. A tre anni, quando la sua struttura psico-fisica è ultimata, lo si addestra al lavoro affiancandolo ad esemplari più anziani ed esperti.
Un dressaggio che dura alcuni mesi e l’animale impara il compito. I muli possono portare carichi molto pesanti ma noi non oltrepassiamo i 150 chili per viaggio; è un peso con il quale queste bestie, che non conoscono le vertigini, possono trasportare la legna nei boschi più
impervi senza ferirsi o soffrire di piaghe che si formano portano un peso eccessivo. Il mulattiere controllava sempre sia il basto che i finimenti, che non lacerino la pelle dell’ animale, spalmandoli di grasso in modo che non rimangano ferite.
Con o senza animali, il lavoro del bosco è massacrante e pieno di pericoli. Ora si usano macchine moderne ma in passato si usavano i muli. Gli animali selvatici considerano naturale il rumore degli zoccoli.
E stando in sella il mulattiere riusciva a scorgere nei boschi lepri, volpi, scoiattoli e anche porcini bellissimi.
Dice Antonio, ormai ottantacinquenne, che ha fatto il mestiere di mulattiere: “Tanti non
afferrano i motivi della nostra scelta. Noi mulattieri siamo a contatto diretto con la flora, la fauna.
Condividiamo le fatiche e momenti di spensieratezza con i nostri splendidi muli. Tutto ci appaga: l’uccello che cinguetta sul ramo, la pecora che bela, lo scoiattolo che si arrampica sul tronco, l’acqua che sgorga da un fontanile. Sono valori indicibili che ci portiamo dietro, trasmessi da chi ci ha preceduto, valori che non vogliamo perdere. Noi siamo i custodi della Natura”.